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alle stampe, il Cinquecento ne produsse in luce due (Firenze, opera et impensa Philippi de Giunta, 1504, e Basilea, ex officina Ioannis Oporini, 1546), una il secolo XVIII (Firenze, Tartini e Franchi, 17191): la princeps «concorda piú co’ codici», mentre l’ultima è piú corretta, benché talvolta l’editore si sia permesso «qualche cangiamento arbitrario»2. Ma in sostanza questa si limita ad esemplare fedelmente la Giuntina3, come del resto fece, senz’altro, la seconda delle tre.

Dopo il riconoscimento dell’originale, lo Hecker, per darne un saggio, riprodusse diplomaticamente l’egl. XIV4; integrale è invece la trascrizione (che vorrei dire semidiplomatica) apprestata nel 1914 per opera di G. Lidonnici5. Essa riescí per altro ben poco felice, per l’insufficiente diligenza usata nella trascrizione e nell’allestimento della stampa: basti dire che non meno di quattro tra versi interi e doppi emistichi furono saltati via, oltre a minori sviste (errori di punteggiatura e false letture) quasi senza numero6.



  1. Forma il to. II della collezione Carmina illustrium poetarum italorum.
  2. Giudizio dell’Hortis, che diè la descrizione bibliografica delle tre edizioni (pp. 753-55): cfr. anche A. Bacchi della Lega, Serie delle edizioni delle opere di G. Bocc. latine, volgari, tradotte e trasformate, Bologna, 1875, pp. 29-30. Lo Hecker produsse la lista accurata delle varianti della vulgata in confronto di R (pp. 74-77), tenendosi però esclusivamente alla stampa del 1719, che chiamò «sehr fehlerhaft» (p. 73, n. 4). In realtá le cure dell’editore, mons. G. Bottari, si rivolsero particolarmente a correggere i trascorsi prosodici del testo (p. es. in I 94 fu da lui soppresso hos, in II 91 fu sostituito struerem a strarem, in IV 23 qua placido Florentia defluit Arno a quo placidus fesulanis defluit Arnus, in V 89 cœlestibus a tot superis, ecc.).
  3. A ragione B. Zumbini trovò che la stampa del 1719 è «una fedele riproduzione della giuntina del 1504, perché, confrontandole, appena qua e lá, dopo parecchie pagine di testo affatto identico, si trova qualche parola diversa» (Giorn. stor. della lett. ital., VII [1886], p. 95).
  4. Op. cit., pp. 84-92.
  5. Il «Buccolicum carmen» cit., pp. 15-157; il resto del volume è occupato da uno studio che ha per oggetto Il significato storico e psicologico del «Buccolicum Carmen» e la sua cronologia. Qualche anno prima un’edizione era stata promessa da G. Traversari e S. Debenedetti (cfr. Giorn. stor., L, p. 424, n. 2).
  6. Si veda la severa ma giusta recensione di L. Galante, nel Giorn. stor., LXIX [1917], pp. 116-26. Mancano alla stampa Lidonnici il secondo emistichio di II 54 e il primo del sg., il secondo emistichio di XIV 172 e il primo del sg., ed inoltre i vv. II 98 e XIII 47. Quest’ultima ommissione avvertí lo stesso editore nell’errata-corrige; quella di II 98 fu volontaria, ma non perciò meno erronea (cfr. qui, p. 263, n. 1). Al Galante sfuggi l’altra di II 54-55.