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262 il corbaccio

e facci dire alcuna messa nella quale per me si prieghi; e questo mi basterá. Ma, s’io non erro, l’ora della tua diliberazione s’avvicina; e perciò dirizza gli occhi verso oriente e riguarda alla nuova luce che pare levarsi; la quale se ciò fosse, che io avviso, qui non arebbono luogo parole, anzi sarebbe da dipartirsi. —

Mentre lo spirito queste ultime parole dicea, a me, che ottimamente il suo desiderio ricolto avea, parve levare la testa verso levante e parvemi vedere surgere a poco a poco di sopra alle montagne uno lume, non altrimenti che, avanti la venuta del sole, si beva nello oriente l’aurora. Il quale, poiché in grandissima quantitá il cielo ebbe imbiancato, subitamente divenne grandissimo; e, senza piú verso di noi farsi che solamente coi raggi suoi, in quella guisa che noi talvolta veggiamo, tra due oscuri nuvoli trapassando, il sole in terra fare una lunga riga di luce, cosí, verso noi disceso, fece una via luminosa e chiara, non trapassante il luogo dove noi stavamo; la qual non prima sopra me venne che io, con molta maggiore amaritudine della mia coscienzia che prima non avea fatto, il mio errore riconobbi. E, poiché alquanto gustata l’ebbi, mi parve che non so che cosa grave e ponderosa molto da dosso mi si levasse e me, al quale prima immobile e impedito essere parea, senza sapere di che, fe’ incontanente parere leggerissimo e spedito e avere licenzia di potere andare.

Per la qual cosa dire mi parve allo spirito:

— Se tempo ti paresse d’andare, io te ne priego che di quinci ci dipartiamo, per ciò che a me sono tornate le perdute forze e il buono volere; e parmi vedere la via espedita. —

A cui tutto lieto rispuose lo spirito:

— Ciò mi piace: muovi e andiamo tosto; ma guarda del sentiero luminoso, che davanti ti vedi e per lo quale io anderò, tu non uscissi punto; per ciò che, se i bronchi, de’ quali tu vedi il luogo pieno, ti pigliassero, nuova fatica ti bisognerebbe a trartene, oltre a questa, alla quale io venni; sallo Iddio se l’aiuto, ch’hai avuto al presente, impetreresti o no. —

Al quale mi parea tutto lieto rispondere: