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248 il corbaccio

acciò che, piú della tua impresa attristandoti, meriti piú tosto il perdono e la tua salute. Tu, misero, te schernito reputi da costei; e a negare che tu schernito non fossi né io il farei, né tu, perch’io il facessi, il crederesti; ma non era da cosí gravemente prenderlo, come facesti, se cosí chi il faceva conosciuto avessi, come ora conoscer dei. E, acciò che tu conoschi lei in questa cosa non avere altrimenti operato che fare si soglia nell’altre e che tu del tutto fuori della tua mente la cacci, mi piace di dirti come e quello che io della tua lettera senti’.

«Egli è vero che di qua spesso gente ne vien di lá, la quale in parte quello, che ci si fa, racconta; ma nondimeno per alcuni accidenti n’è conceduto da Dio il venire di qua alcuna volta; e massimamente o per rammentare noi medesimi a coloro a’ quali dee di noi calere, o per simile caso, come è questo, per lo quale io sono a te venuto. E avvenne che io quella notte ci venni, la qual è seguente al di, che tu la prima lettera scrivesti a questa tua donna; avendo visitati piú luoghi, tirato da una cotale caritatevole affezione, la quale non solamente gli amici, ma ancora i nemici ci fa amare, colá entrai, ove colei abita, che ti prese; e, ogni parte della casa cercando e per tutto riguardando, avvenne che io della lettera, di che tu ti rammarichi, sentii novelle. Egli era giá una pezza della notte passata, quando, entrato in quella camera, nella quale ella dorme, e quella, come l’altra casa, riguardata tutta, essendo giá per partirmi, vidi in essa una lampana accesa davanti alla figura di nostra Donna, poco da lei, che la vi tiene, faticata; e, verso il letto mirando, dov’ella giaceva, non giá sola, come io sperava, la vidi, ma in grandissima festa con quello amante, di cui poco avanti dissi alcuna cosa. Per che, ancora arrestato, volli vedere che volesse la loro festa significare: né guari stetti, che alla richiesta di colui, con cui era, levatasi e acceso un torchietto e quella lettera, che tu mandata avevi, tratta d’un forzierino, col lume in mano e con la lettera, a letto si ritornò. E quivi, il lume l’uno tenendo e l’altro la lettera leggendo e a parte a parte guardandola, ti