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244 il corbaccio

quasi del mondo in uno stante rapi. Né prima fu l’anima mia dal mortale corpo né dalle terrene tenebre sviluppata e sciolta e ridotta nell’aere puro che io, con piú perspicace occhio ch’io non solea, vidi e conobbi qual fosse l’animo di questa iniqua femmina; la qual sanza dubbio simile allegrezza a quella, che della mia morte prese, non senti, quasi d’una sua lunga battaglia le paresse avere acquistato gloriosa vittoria, poscia che io levato l’era stato dinanzi; la qual cosa essa poco appresso, si come tu udirai, chiaramente dimostrò a chi riguardar vi volle.

«Ma tuttavia, si come colei, che ha di malizia abbondanza, prima avendo delle mie cose occultamente assai trasfugate e di quelli danari, che io alla sua guardia follemente avea commessi e che a’ miei figliuoli rimanere doveano, (non avendo io davanti assai pienamente li miei fatti e l’ultima mia intenzione ordinata, né avendo spazio di bene ordinarla, per lo subito sopravvenuto caso), quella parte presane, che le piacque, con altissimo romore fuori mandò le finte lagrime; il che meglio che altra femmina ella sa fare; e, in molto pianto multiplicando, colla lingua, cominciò a maladire lo sventurato caso della mia morte e sé a chiamare misera, abbandonata e sconsolata e dolente; dove, col cuore, maladiceva la vita che tanto m’era durata e sé oltre ad ogn’altra reputava avventurata. E veramente egli non sarebbe stato né uomo né donna alcuna, che udita l’avesse, che non avesse creduto lei veramente nell’animo avere quel che le sue bugiarde parole sonavano. Ma a me dee bastare assai che colui quelle conosce, insieme cogli altri fatti suoi, che a ciascuno, si come giusto giudice, secondo i meriti rende guiderdoni.

«Mandati dunque ad esecuzione tutti gli ufici funerali, poiché ’l mio corpo, terra divenuto, fu alla terra renduto, la valente donna, disiderosa di piú scapestratamente la sua vecchiezza menare che non l’era paruto potere la giovanezza, sentendosi caldo di quello che suo essere non dovea, per ciò che né di sua dota né di patrimoniale ereditá sostenersi arebbe potuto di quello che a fare s’apparecchiava, né nella mia casa