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il corbaccio 243

meno se’ da riprendere, quantunque a te piú si convenga, che a molti altri, piú la veritá che l’opinion delle cose seguire: la quale poiché veduta avessi, e dalla opinione non ti rimovessi, oltre a ogn’altra bestia, che umana forma porti, saresti da riprendere. E io, secondo che io mi crédo, ancora che brieve abbia parlato, avendo rispetto al molto che si può dire, si aperta t’ho la veritá, che forse t’era nascosa, che, se dal tuo errore non ti rimovessi, oltre ad ogni altra bestia dovresti bestia essere tenuto.

«Io lascio cose assai a dire, per volere venire a quel dolore al quale ieri t’avea condotto la tua follia; e acciò che io ti possa ben dimostrare come tu eri folle, aggiungendo le cose vecchie colle nuove, alquanto di lontano mi piace di cominciare. Mostrato t’ho in assai cose quanta e quale sia stata la eccellenza dell’animo di costei e i suoi costumi; e assai cose de’molti suoi anni t’arei dette, s’io t’avessi per si smemorato che nel suo viso non li avessi compresi; né t’ho nascose quelle parti, che la tua concupiscenzia non meno tirava ad amarla che facesse l’animo la falsa opinione presa dalle sue virtú. Ora della sua buona perseveranza e nella morte, e dopo la morte mia, mi piace di ragionarti, acciò che ad un’ora io faccia prò a me e a te: in quanto, io di ciò, con alcuno che la conosca, ragionando, si sfogherá alquanto la sdegnosa fiamma nella mia mente accesa contra di lei per li modi suoi; e a te, per ciò che, quanto piú udirai di lei delle cose meritamente da biasimare, tanto piú, lei a vile avendo, t’appresserai alla tua guarigione.

«Questa perversa femmina ogni giorno piú multiplicando nel fare delle cose, male a lei convenienti d’oprare e a me sostenere, né in ciò le mie riprensioni alcuna cosa vagliendo, non sappiendo al comportarle piú pigliare alcuno utile consiglio, in si fatto dolore e afflizione, nel cuore nascosa, mi misero che il sangue intorno a quello, piú che il convenevole da focoso cruccio riscaldato, impostemi; e, come nascosto era il dolore, cosí essendo nascosa la ’nfermitá, non prima si parve che il corrotto sangue, occupato subitamente il cuore, me