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il corbaccio 237

mine, dicendo: — Quelli di casa mia e gli antichi miei e’ miei consorti — ché le pare troppo bella cosa a dire; e tutta gongola, quando si vede bene ascoltare e odesi dire: — Monna cotale de’ cotali — e vedesi cerchio fare. Ma ella in brevissimo spazio di tempo ti dirá ciò che si fa in Francia e ordina il Re d’Inghilterra; se i Ciciliani avranno buona ricolta o no; se i Genovesi o’ Viniziani recheranno spezieria di Levante e quanta; se la reina Giovanna giacque la notte passata col re; quello che i Fiorentini dispongano dello stato della cittá; (benché questo le potrebbe essere assai agevole, se con alcuno de’reggenti si stropicciasse, li quali, non altrimenti che’l paniere o il vaglio l’acqua, tengono i segreti de’ petti loro); e tante altre cose, oltre a queste, dirá che maravigliosa cosa è a pensare donde tanta lena le venga.

«E per certo, se quello è vero, che questi fisici dicono, che quello membro, il quale l’animale bruto e l’uccello e ’l pesce piú esercita, sia piú piacevole al gusto e piú sano allo stomaco, niuno boccone deve mai essere piú saporito né migliore che la lingua di lei, la quale mai di ciarlare non ristá, mai non molla, mai non fina, (dalle dalle dalle), dalla mattina insino alla sera; e la notte, io dico, dormendo, non sa ristare. E chi non la conoscesse, udendola della sua onestá, della sua divozione, della sua santitá e di quelli di casa sua favellare, crederebbe per certo lei essere una santa, e di legnaggio reale; e cosí in contrario, a chi la conoscesse, d’udirla la seconda volta, e talora la prima, è un fargli venir voglia di recer l’anima. E ’l non consentirle le favole e le bugie sue, delle quali ella è piú ch’altra femmina piena, niuna cosa sarebbe, se non un volersi con lei azzuffare; la qual cosa ella di leggeri farebbe, si come colei alla qual pare di gagliardia avanzare Galeotto delle lontane Isole o Febus. E giá assai volte, millantandosi, ha detto che se uomo stata fosse, l’arebbe dato il cuore d’avanzare di fortezza, non che Marco bello, ma il bel Gherardino che combattè con l’orsa.

«Perché mi vo io in piú parole stendendo? Se io volessi ogni cosa contare, oppure le piú notabili de’ suoi fatti, e’ non