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il corbaccio 229

Egli avvenne fra l’altre volte ch’una mosca in sul viso invetriato le si pose, avendo ella una nuova maniera di liscio adoperata; la quale essa, fieramente turbata, piú volte s’ingegnò di ferire con mano; ma quella presta si levava, come tu sai ch’elle fanno, e ritornava; per che, non potendo ferirla, tutta accesa d’ira, presa una granata e per tutta la casa or qua, or lá discorrendo, per ucciderla l’andò seguitando; e porto ferma opinione che, se alla fine uccisa non l’avesse, o quella o un’altra la quale avesse creduto essere quella, ella sarebbe di stizza e di veleno scoppiata. Che pensi ch’avesse fatto, se alle mani le fosse venuto uno degli scudi di quelli suoi antichi cavalieri e una di quelle spade dorate? Per certo ella si sarebbe messa con lei alla schermaglia. E che piú? Questo avveniva il dí, che si poteva con meno noia sostenere; ma, se per forte disavventura una zenzara si fosse per la casa udita, che che ora si fosse stata di notte, con venia che ’l fante o la fame e tutta l’altra famiglia si levasse; e co’ lumi in mano si metteano alla inchesta della malvagia e perfida zenzara, turbatrice del riposo e del buono e del pacefico stato della lisciata donna; e, avanti che a dormir si tornassono, convenia che morta o presa la presentassono davanti a colei che lei diceva in suo dispetto andar sufolando e appostando di guastare il suo bel viso amoroso. Che piú? Sopra tutte l’altre cose, a cui caluto non ne fosse, era da ridere che l’averla veduta, quando s’acconciava la testa, con quanta arte, con quanta diligenza, con quanta cautela ciò si facesse: in quello per certo pendevano le leggi e’ profeti. Essa primieramente negli anni piú giovani, quantunque piú vicini a quaranta che a trenta fossono, posto che ella, forse non cosí buona abbachiera, li dicesse ventotto, fatti, lasciamo stare l’aprile e ’l maggio, ma il dicembre e il gennaio, di sei maniere d’erbette verdi o d’altrettante di fiori, donde ch’ella se li avesse, apparecchiare e di quelle certe sue ghirlanduzze composte, levata per tempissimo e fatta la fante levare, poiché molto s’era il viso e la gola e ’l collo con diverse lavature strebbiate e quelli vestimenti messi che piú all’animo l’erano,