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il corbaccio 227

lette sambucate, i migliacci bianchi, i bramangieri, de’ quali ella faceva non altre corpacciate che facciano di fichi, di ciriege o di poponi i villani, quando ad essi s’avvengono, non curo di dirti. Le gelatine, la carne e ogni altra cosa acetosa o agra, perché si dice che rasciugano, erano sue nimiche mortali. Son certo che, s’io ti dicessi come ell’era solenne bevitrice e investigatrice del buono vino cotto, della vernaccia da Corniglio, del greco o di qualunque altro vino morbido e accostante, tu noi mi crederesti, perché impossibile ti parrebbe a credere di Cinciglione. Ma, se tu avessi un poco le sue gote vedute, quando vivea, e alquanto berlingare l’avessi udita, forse mi daresti leggermente fede, tanto, senza le mie parole, pure per quelle di lei, te ne parrebbe avere compreso. E pienamente di divenire paffuta e naticuta le venne fatto. Non so io se ella, per li molti digiuni fatti per la salute mia, se l’ha smenomate dopo la mia morte; cosí te l’avess’ella in sul viso e io ti dovessi fare carta di ciò che tu vedessi, coni’io noi credo. —

A questa parola dich’io che con tutto il dolore e la compunzione ch’io sentia delle mie colpe, dinanzi agli occhi postemi dalle vere parole dello spirito, io non potè’ le risa tenere. Ma egli, senza aspetto mutare, seguitò:

— Né era la mia cara donna, anzi tua, anzi del diavolo, contenta d’aver carne assai solamente, ma le volea lucenti e chiare; come se una giovinetta di pregio fosse, alla quale, essendo per maritarsi, convenisse colla bellezza supplire la poca dota. La qual cosa acciò ch’avvenisse, appresso la cura del ben mangiare e del ben bere e del vestire, sommamente a distillare, a fare unzioni e trovar sangue di diversi animali ed erbe e simili cose s’intendeva; e, senza che la casa mia era piena di fornelli e di lambecchi e di pentolini e d’ampolle e d’alberelli e di bossoli, io non avea in Firenze speziale alcuno vicino, né in contado alcuno ortolano, che infaccendato non fosse, quale a fare ariento solimato, a purgar verderame, a far mille lavature e quale ad andare cavando e cercando radici salvatiche ed erbe mai piú non udite ricor-