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il corbaccio 221

dimostrò colui, il quale poco davanti l’avea creato, mettendogli tutti gli altri animali dinanzi e faccendoli nomare e alla sua signoria sopponendoli; il simigliarne appresso faccendo di quella una e sola femmina ch’era al mondo; la cui gola e la cui disubbidienza e le cui persuasioni furono di tutte le nostre miserie cagione e origine. Il quale ordine l’antichitá ottimamente ancora serva al mondo presente ne’ papati, negl’imperi, ne’ reami e ne’ principati, nelle provincie, ne’ popoli e generalmente in tutti i maestrati e sacerdozi e nell’altre maggioranze divine come umane, gli uomini solamente, e non le femmine, preponendo e in loro commettendo il governo degli altri e di quelle. La qual cosa come possente e quanto valido argomento sia a dimostrare quanto la nobiltá dell’uomo ecceda quella della femmina e d’ogni altro animale assai leggermente a chi ha sentimento puote apparere. E non solamente da questo si può o dee pigliare che solamente ad alcuni eccellenti uomini cosí ampio privilegio di nobiltá sia conceduto; anche s’intenderá essere ancora de’piú menomi, per rispetto alle femmine e agli altri animali; per che ottimamente si comprenderá il piú vile e ’l piú minimo uomo del mondo, il quale del bene dello ’ntelletto privato non sia, prevalere a quella femmina, in quanto femmina, che temporalmente è tenuta piú che niun’altra eccellente.

«Nobilissima cosa adunque è l’uomo il quale dal suo creatore fu creato poco minore che gli angeli. E, se il minore uomo è da tanto, da quanto dovrá essere colui, la cui virtú ha fatto ch’egli dagli altri ad alcuna eccellenzia sia elevato? Da quanto dovrá essere colui il quale i sacri studi, la filosofia ha dalla meccanica turba separato? Del numero de’ quali tu per tuo studio e per tuo ingegno, aiutandoti la grazia di Dio, la quale a niuno che se ne faccia degno, domandandola, è negata, se’ uscito e tra’ maggiori divenuto degno di mescolarti. Come non ti conosci tu? Come cosí t’avvilisci? Come t’hai tu cosí poco caro che tu ad una femmina iniqua, insensatamente di lei credendo quello che mai non le piacque, ti vada a sottomettere? Io non me ne passo in tuo servigio