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il corbaccio 217

berlingano senza ristare, se altri non truovano che dia loro orecchio; forte turbandosi, se alcuna loro riprovata ne fosse.

«È il vero che da questa loro cosí subita sapienza e divinamente in loro spirata ne nasce una ottima dottrina nelle figliuole: a tutte insegnano rubare i mariti; come si debbiano ricevere lettere dagli amanti; come ad esse rispondere; in che guisa metterlisi in casa; che maniere debbano tenere ad infignersi d’essere malate, acciò che libero loro dal marito rimanga il letto; e molti altri mali. Folle è chi crede che niuna madre si diletti d’aver miglior figliuola di sé o piú pudica. E non nuoce che bisogna che per una bugia, per uno spergiuro, per una reta, per mille sospiri infiniti, per cento milia false lagrime elle vadano a lor vicine, che, quando mestier lor fanno le prestino loro. Sallo Iddio ch’io per me non seppi mai tanto pensare ch’io sapessi conoscere o discernere dove elle le si tengano, che si pronte e si preste ad ogni lor volontá l’abbino, come hanno. Bene è il vero ch’esse sono arrendevoli a lasciarsi provare il lor diletto e spezialmente quello che altri cogli occhi suoi medesimi vede; e non hanno presto il: — Non fu cosí; tu menti per la gola; tu hai le traveggole; tu hai le cervella date a rimpedulare; bèi meno; tu non sai ove tu ti se’; se’ tu in buon senno? Tu farnetichi a santa e anfani a secco, — e cotali altre lor parolette appuntate.

«E, se esse diranno d’avere un asino veduto volare, dopo molti argomenti in contrario converrá che si conceda del tutto; se non, le inimicizie mortali, le ’nsidie e gli odi saranno di presente in campo. E sono di tanta audacia che, chi punto il lor senno avvilisce, incontamente dicono: — Le Sibille non furono savie? — quasi ciascheduno di loro debbia essere l’undecima. Mirabile cosa che, in tante migliaia d’anni quante trascorse sono poiché ’l mondo fu fatto, intra tanta moltitudine quanta è stata quella del femmineo sesso, esserne diece solamente trovate savie; e a ciascuna femmina pare essere una di quelle, o degna tra quelle d’essere annoverata. E, tra l’altre loro vanitá, quando molto sopra gli uomini si vogliono levare, dicono che tutte le buone cose son femmine: le stelle, le