Pagina:Boccaccio, Giovanni – L'Ameto, Lettere, il Corbaccio, 1940 – BEIC 1765776.djvu/216

210 il corbaccio

tel mostreranno, le quali lui per le mura, giovane, ignudo, con ali e con occhi velati o arciere, non sanza grandissima cagione e significazione de’ suoi effetti, tutto ’l di vi dimostrano.

«Dovévanti, oltre a questo, li tuoi studi mostrare, e mostrarono, se tu l’avessi voluto vedere, che cose le femmine sono; delle quali grandissima parte si chiamano e fanno chiamare donne, e pochissime se ne truovano. La femmina è animale imperfetto, passionato da mille passioni spiacevoli e abbominevoli pure a ricordarsene, non che a ragionare: il che se gli uomini riguardassono, come dovessono, non altrimenti andrebbono a loro, né con altro diletto o appetito, che all’altre naturali e inevitabili opportune cose vadano; il luogo delle quali, posto giú il superfluo peso, come con istudioso passo fuggono, cosí il loro fuggirebbono, quello avendo fatto per che la deficiente umana prole si ristora; si come ancora in ciò tutti gli altri animali, molto meglio che gli uomini, fanno. Niuno altro animale è meno netto di lei; non il porco, qualora è piú nel loto convolto, aggiugne alla bruttezza di loro; e, se forse alcuno questo negasse, riguardinsi i parti loro, ricerchinsi i luoghi segreti dove esse, vergognandosene, nascondono gli orribili strumenti li quali a tòr via i loro superflui umori adoperano. Ma lasciamo stare quel che a questa parte appartiene; la quale esse ottimamente sappiendo, nel segreto loro hanno per bestia ciascuno uomo che l’ama, che le desidera o che le segue; e in si fatta guisa ancora la sanno nascondere che da assai stolti, che solamente le croste di fuori riguardano, non è conosciuta né creduta; senza che di quelli sono, che bene sappiendolo, ardiscono di dire ch’ella è lor pace e che questo e quello farebbono e fanno; li quali per certo non sono da essere annoverati tra gli uomini.

«E vegnamo all’altre loro cose o ad alcuna di quelle; per ciò che volere dire tutto non ne basterebbe l’anno il quale è tosto per entrare nuovo. Esse, di malizia abbondanti, la qual mai non supplí, anzi sempre accrebbe difetto, considerata la loro bassa e infima condizione, con quella ogni sollecitudine pongono a farsi maggiori. E primieramente alla libertá degli