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202 il corbaccio

«E giá quasi meco avendo diliberato di volere tentare se colui potessi essere, che degno di quello divenissi, del nome di lei colui domandai e della sua gentilezza e del luogo dov’ella a casa dimorasse; il quale quello non è, dove tu la lasciasti; ed esso ogni cosa pienamente mi fé’ palese. Per che poi, da lui dipartitomi, del tutto dispuosi di volerla vedere; e, se cosí perseverasse meco a ciò che io di lei estimava, mettere ogni mia sollecitudine in fare ch’ella divenisse mia donna, come io suo servidore diverrei. E, sanza dare alla bisogna alcuno indugio, in quella parte prestamente n’andai, dove a quella ora la credetti potere trovare o vedere; e si mi fu in ciò la fortuna favorevole, la qual mai, se non in cosa che dannosa mi dovesse riuscire, non mi fu piacevole, che al mio avviso ottimamente rispuose l’effetto. E dirotti maravigliosa cosa: che, non avendo io alcuno altro indizio di lei che solamente il color nero del vestimento, guardando tra molte che quivi n’erano in quello medesimo abito che ella, lá dove io prima la vidi, come il suo viso corse agli occhi miei, subitamente avvisai lei dovere essere quella che io andava cercando. E per ciò ch’io portai sempre opinione, e porto, che amore discoperto o sia pieno di mille noie o non possa ad alcuno desiderato effetto pervenire, avendo meco disposto del tutto di non cominciar questo con persona in guisa niuna a comunicare, se con colui non fosse, al quale, poscia ch’io amico divenni, ogni mio secreto fu palese, non ardiva addomandar se ciò fosse, che mi pareva. Ma ancora la fortuna, che in poche cose intorno a questo mio desiderio mi dovea giovare, come nella prima cosa m’era stata favorevole, cosí mi fu in questa seconda: ché, di dietro a me, senti’ alcuna donna che colle sue compagne di lei favellava, dicendo:

«— Deh, guarda come alla cotal donna stanno bene le bende bianche e’ panni neri. —

«La quale per avventura alcuna delle compagne, che non la conoscea, con tanto piacere di me, che alle loro parole tenea gli orecchi, che dir non potrei, la dimandò:

«— Quale è dessa di quelle molte che colá sono? —