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e mobili e imperfetti sete, fate; nelle menti de’ quali niuno riposo si truova, infino a tanto che gran vendetta non si vede d’ogni piccola offesa ricevuta.

«Ma, per ciò che la contrizione delle commesse colpe, la quale mi pare conoscere in te venuta, ti dimostra docile e attento dovere essere a’ futuri ammaestramenti, mi piace una sola delle cagioni per la quale la divina bontá si mosse a dovere me mandare ad aiutarti ne’ tuoi affanni. Egli è il vero che (per quello ch’io sentissi nell’ora che questa commeésione mi fu fatta, non da umana voce, ma da angelica, la quale non si dee credere che menta giá mai) che tu sempre, qual che stata si sia la tua vita, hai speziale riverenzia e devozione in colei nel cui ventre si raccolse la nostra salute e che è viva fontana di misericordia e madre di grazia e di pietade; e in lei, si come in termine fisso, avesti sempre ferma speranza. La qual cosa essendo a’ suoi divini occhi manifesta e veggendoti in questa valle, oltre al modo usato, smarrito e impedito, intanto che tu eri a te medesimo uscito di mente, si come essa benignissima fa sovente nelle bisogne de’ suoi divoti che, senza priego aspettare, da se medesima si muove a sovvenire dell’opportuno aiuto al bisogno, veggendo ’l pericolo al qual tu eri, senza tua domanda aspettare, per te al figliuolo domandò grazia e impetrò la salute tua; alla quale per suo messo mi fu comandato che io venissi; e io il feci; né prima da te mi partirò che in luogo libero ed espedito t’arò riposto, dove a te piaccia di seguitarmi. — Al quale io dopo il suo tacere, dissi:

— Assai bene m’hai soddisfatto alle mie domande: e nel vero, come che vendetta da Dio è un di nuovo rifarti bello per piú piacergli, pur di te compassione mi viene e disidero sommamente d’alleggiare quella, se mai con alcuna mia opera il potessi; e d’altra parte in me medesimo mi rallegro, sentendo che tu, non al ruinare allo ’nferno, ma a salire al grorioso regno sii dopo la tua penitenzia disposto. La benignitá e la clemenzia di colui, il quale t’ha in questa vicenda mandato, non m’è ora nuova: ella in molti altri pericoli giá me