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discendono si punisca; la quale assai manifestamente si può comprendere essere bestiale, poiché, per l’animal preposto al luogo, convenientemente, si per la generazione e si per gli atti, la bestialitá si discrive. Appresso è da comprendere quello nella entrata di questo cerchio settimo opporsi all’autore, che negli altri cerchi superiori è dimostrato continuamente opporsi, cioè alcun dimonio, il quale o con atti o con parole si sforzi di spaventar l’autore, e di ritrarlo per paura dal suo buon proponimento; dal qual senza dubbio piú volte sarebbe stato rimosso, se i buoni conforti e l’aiuto della ragione non l’avesse, nella persona di Virgilio, aiutato.

Séguita adunque quel che Virgilio incontro alla rabbia, la quale questa fiera bestia mordendosi, a reprimer quella dicesse, accioché spazio désse di passare all’autore, e però dice: «Lo savio mio Virgilio gridò», cioè parlò forte verso il Minotauro: «— Forse Tu credi, che qui sia ’l duca d’Atene», cioè Teseo, «Che su nel mondo la morte ti porse?», come nella fine della favola detta di sopra si contiene. «Partiti, bestia», del luogo dove tu se’ per impedire il passo a costui che mi segue, «che questi», il qual tu vedi meco, «non viene Ammaestrato dalla tua sorella», cioè Adriana, come venne Teseo, il qual t’uccise, «Ma vassi», come è piacer di Dio, «per veder le vostre pene», — di te e degli altri.

E, queste parole dette, ne mostra l’autore per una comparazione quello che il Minotauro allora rabbiosamente facesse, e dice: «Qual è quel toro, che si slaccia», cioè sviluppa e scioglie da’ legami postigli da coloro che uccidere il vogliono, o che ferito l’hanno, «in quella», ora, «C’ha ricevuto giá il colpo mortale, Che gir non sa», percioché, avendo dalla percossa datagli intronato il cerebro e perduta la ragione delle virtú sensitive, ed eziandio perduto l’ordine dell’appetito, il quale a niun diterminato fine ora il sa menare, e perciò non va, «ma qua e lá saltella», come l’impeto del dolore il sospigne; «Vid’io il Minotauro far cotale», cioè senza saper che si fare, o dove andare, andar saltando e furiando; «E quegli», cioè Virgilio, «accorto gridò», cioè avvedutamente