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odoriferi o molto fetidi; percioché l’uno e l’altro offende il cerebro forte, quando il senso di colui che entra in essi non è familiare o degli odori o de’ puzzi. «Cosi il maestro», (stipale), disse; «ed io:—Alcun compenso — Dissi, lui — truova, che ’l tempo non passi Perduto». Questo fu ottimamente detto, e in ciò ciascuno dovrebbe a suo potere dare opera, cioè di non perder tempo, percioché, secondo che a Seneca piace, di quante cose noi abbiamo nella presente vita, solo il tempo è nostro, tutte l’altre cose sono della fortuna; e perciò con gran sollecitudine dobbiamo adoperare che egli non ci passi tra le mani perduto. «Ed egli», rispuose: — «Vedi ch’a ciò penso». Nelle quali parole si può comprendere la circunspezione del savio uomo, il quale mai alle cose opportune non aspetta d’esser sollecitato: e, fattagli la risposta, tantosto séguita quello che nel pensiero gli è venuto di fare, per non dover perder tempo, e dice: «Figliuol mio, dentro da cotesti sassi»,—li quali tu puoi veder di sotto da te,-«Cominciò poi a dir,— son tre cerchietti», cioè il settimo e l’ottavo e il nono: e chiamali «cerchietti», percioché sono di circúito piccoli a rispetto di quegli di sopra: «Di grado in grado», cioè, discendendo, l’uno appresso l’altro si trovano, «come» trovati hai «quei che lassi», di sopra da noi. «Tutti», questi tre cerchietti, «son pien di spirti maladetti», cioè dannati; «Ma, perché poi ti basti pur la vista», cioè il vedergli, quando ad essi perverremo, «Intendi come e perché son costretti», gli spirti maladetti che dentro vi sono. «D’ogni malizia ch’odio in cielo acquista». Malizia è di due maniere: o è malizia corporale, o è malizia mentale. Malizia corporale è quella la quale noi generalmente chiamiamo «infermitá o difetto di corpo»; e questa può essere ancora nelle cose insensibili, quando in esse naturalmente è alcun difetto, si come alcuna volta è in uno albero, il quale nasce torto o noderoso, o con alcuna altra cosa meritamente biasimevole, secondo la sua qualitá. O è malizia d’anima, la qual propriamente è perversitá di pensiero e di disiderio che nelle nostre anime sia; e questa è pessima spezie di malizia, percioché d’essa mai altro