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animo e di cortesia, che assai ben riempie’ dove, per men notabile famiglia, pareva vóto. «E certo La fiera moglie, piú ch’altro, mi nuoce», in ciò che io sia dannato a questo tormento. Dicono alcuni che costui ebbe per moglie una donna tanto ritrosa e tanto perversa, e di si nuovi costumi e maniere, come assai spesso ne veggiamo, che in alcuno atto con lei non si poteva né stare né vivere; per la qual cosa il detto messer Iacopo, partitosi da lei, stimolandolo l’appetito carnale, egli si diede alla miseria di questo vizio. [E questo si può credere che facesse, quella vergogna temendo, che i cherici mostrano di temere, piú del biasimo degli uomini curando che dell’ira di Dio; e per quello acquistò di dovere nella perdizione eterna avere questo supplicio.] [Non deono adunque gli uomini esser molto correnti a prender moglie, anzi deono con molto avvedimento a ciò venire, percioché, dove elle si deono prendere per aver figliuoli e consolazione e riposo in casa, assai spesso avviene che, per lo strabocchevolmente gittarsi a prender qualunque femmina, l’uomo si reca in casa fuoco inestinguibile e battaglia senza triegua. Recita san Geronimo in un libro, il quale egli compose Contro a Gioviniano eretico, che Teofrasto, il qual fu solenne filosafo e uditore d’Aristotile, compose un libro il qual si chiama De nuptiis, e in parte di quello domanda se il savio uomo debba prender moglie. E avvegnaché egli, a se medesimo rispondendo, dicesse dove ella sia bella, ben costumata e nata d’onesti parenti, e se esso fosse sano e ricco, il savio alcuna volta poterla prendere; incontanente aggiunse che queste cose rade volte intervengono tutte nelle nozze, e però il savio non dover prender moglie; percioché essa innanzi all’al tre cose impedisce lo studio della filosofia, né è alcun che possa a’ libri e alla moglie servire.] [Oltre a questo, è certo che molte cose sono opportune agli usi delle donne, si come sono i vestimenti preziosi, l’oro, le gemme, le serve e gli arnesi delle, camere. Appresso, dall’aver moglie procede che tutte le notti si consumano in quistioni e in garrire, dicendo ella: — Donna cotale va in publico piú onoratamente di me, e la cotale è onorata da tutti, e io tapinella