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[Intorno alla qual discrizione, son certi eccellenti uomini a’ quali non pare che in questa parte l’autore senta tanto bene, cioè in quanto mostra opinare una medesima pena convenirsi per lo peccato originale a quegli li quali ad etá perfetta pervennero, e a quegli, i quali avanti che a quella pervenissero, morirono. E la ragione, che a questo gli muove, par che sia questa: che i primi, cioè gli uomini, pare che, dalla ragione naturale mossi, dovessero cercare della notizia del vero Iddio, e cosí lavarsi della macchia del peccato originale; e peroché noi fecero, non pare che la ignoranza gli scusi, come fa coloro li quali anzi l’etá perfetta morirono: e per conseguente, per la negligenza in ciò avuta, meritano maggior pena. E perciò in ciò non pare che l’autore abbia tanto bene opinato.] [Egli è assai manifesta cosa che la ignoranza, in coloro massimamente ne’ quali dee essere intera cognizione, e per etá e per ingegno, non scusa il peccato: conciosiacosaché noi leggiamo quella essere stata redarguita da Dio in nostro ammaestramento, lá dove dice per Ieremia: «Milvus in cado et hirundo et ciconia cognoverunt tempus suum; Israel autem me non cognovit-». Per che meritamente segue agl’ignoranti quello che san Paolo dice: «Ignorans, ignorabitur», e massimamente a quegli de’ quali pare che senta il salmista, dove dice: «Noluit in/ellígere, ut bonum ageret». Per che senza alcun dubbio si dee credere che a questi cotali, li quali di conoscere Iddio non si son curati, né l’hanno amato ed onorato secondo i suoi medesimi comandamenti, sará nell’estremo giudizio detto da Cristo: «Non novi vos, discedite a me, operarii iniquitatis». La qual cosa accioché avvenir non possa, con ogni studio, con ogni vigilanza si dee cercare di conoscere Iddio, e credere che chi questo non fa, non potrá per ignoranza in alcuna maniera scusarsi.] [Ma nondimeno io non credo che ogni ignoranza igualmente sia riprensibile: e dico «ogni ignoranza», percioché questi signori giuristi e canonisti distinguono, e ottimamente al mio parere, tra ignoranza e ignoranza, chiamandone alcuna «ignoranza facti» ed alcun’altra «ignoranza iuris». E vogliono che