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cognominagli «ciechi», percioché perduto hanno il vedere intellettuale, col quale i beati veggono la presenza di Dio. «E ’l duca disse a me», poi che Ciacco fu ricaduto: — «Piú non si desta», cioè non si rileva piú; e cosí pare che, tra Taltre pene che i golosi hanno, abbiano ancora che qual si leva o parla, per alcuna cagione, come ricaduto è, piú di qui al di del Giudicio non si possa levare né parlare; «Di qua dal suon dell’angelica tromba», cioè di qua dal di del Giudicio, quando un agnolo mandato da Dio verrá, e con altissima voce, quasi sia una tromba, e’ dirá: — «Surgite, mortili, et venite ad iudicium»; — «Quando vedrá», ed egli e gli altri dannati, «la nimica podestá», cioè Cristo, in cui il Padre ha commessa ogni podestá. E non vedranno i dannati Cristo nella maestá divina, ma il vedranno nella sua umanitá, e parrá loro lui essere turbato verso di loro, come contra nemici: [ma ciò non fia vero, percioché il giusto giudice, come sará ed è Cristo, non si commuove contro a colui il quale ha offeso; percioché, se egli facesse questo, parrebbe che egli animosamente venisse alla sentenza. Ma questo è il costume di coloro che hanno offeso, che, come sentono dire cosa che gli trafigga, cosí si turbano; e come sono turbati essi, cosí par loro che sia turbato colui che meritamente gli riprende.] E seguisce, al suono dell’angelica tromba, che «Ciascuno rivedrá la trista tomba». Dice «rivedrá», risurgendo, e chiamala «trista tomba», cioè sventurata sepoltura, in quanto ella è stata guardatrice di ceneri, le quali deono risurgere a perpetuo tormento. «Ripiglierá sua carne e sua figura», e questo non per lor forza, ma per divina potenza, [sará loro in questo cortese, non per lor bene o consolazione, ma accioché il corpo, il quale fu strumento dell’anima a commettere le colpe per le quali è dannata, sostenga insieme con quella tormento;] e, ripreso il corpo, ciascuno «Udirá quel che in eterno rimbomba», cioè risuona (e pone il presente per lo futuro), e questo sará la sentenza di Dio, nella quale Cristo dirá a’ dannati: — «Ite maledicti in ignem aeternum», — ecc., le quali parole in eterno non caderanno della mente loro.