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È vero che, quantunque il costume de’ giovani nella parte mostrata biasimevole sia e villano, non si scusa perciò la vanitá delle donne, le quali d’altra parte, non potendo nascondere il fervore inestinguibile della lor concupiscenza, con industria e arte s’ingegnano, in ciò ch’elle possono, di quello adoperare che possa provocar gli uomini con appetito piú caldo a disperare i loro congiugnimene. Elle si dipingono, elle s’adornano, elle si azziniano, e con cento varietá di fogge sé ogni giorno trasformano; ballano, cantano, lasciviscon con gli occhi, con atti e con le parole; dove dovrebbono con onestá la lor bellezza in parte nascondere, e rifrenare i costumi. Di che assai manifestamente si può raccogliere che, dove questo vizio solo si vince fuggendolo, per esser vinti da lui i giovani e le donne il destano, il chiamano, e, se egli non volesse venire, il tirano; non contenti solamente a’ portamenti, ma con gli odori arabici, con le cortecce, con le polveri, con le radici e con liquori orientali, con vini e con le vivande e con le morbidezze e con gli ozi e con altre cose assai lo sforzano; mostrandosi in lor danno e in lor vergogna assai mal grati della liberalitá dalla natura usata verso di loro. [E cosí miseramente nella lussuria, abominevole vizio, pervegnamo, la quale scelleratamente seguita, ne trae della mente la notizia di Dio, e contro ali’amor del prossimo ne sospigne ad operare; togliendoci ancora di noi medesimi e delle nostre cose la debita sollecitudine, si come colei il cui esercizio diminuisce il cerebro, evacua Tossa, guasta lo stomaco, caccia la memoria, ingrossa l’ingegno, debilita il vedere e ogni corporal forza quasi a niente riduce. Ella è morte de’ giovani e amica delle femmine, madre di bugie, nemica d’onestá, guastamente di fede, conforto de’ vizi, ostello dí lordura, lusinghevole male e abominazione e vituperio de’ vecchi. Alla cui troppa licenza reprimere Nostro Signore primieramente istituí il matrimonio, nel quale non dando piú che una moglie ad Adam, né ad Èva piú che un marito, mostrò di volere che uno fosse contento d’una e una d’uno; il che poi nella legge data a Moisé espressamente comandò, ogni altro umano congiugnimento vietando. E, non bastando