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di Cristo, e usato con lui, e avendo la sua dottrina udita, quantunque male poi adoperato avesse vendendolo, nondimeno disperatosi della misericordia di Dio, e col capestro messosi a finir la vita, col fine suo di se medesimo dettò la sentenza alla divina giustizia, per la quale fu al profondo dello ’nferno a perpetue pene dannato. Ciascheduno adunque con le colpe piú gravi, con le quali e’ muore, del luogo il quale e’ dee in inferno avere, è dimostratore.] {Lez. xxii] Appresso le cose giá dette, resta a vedere la qualitá de’ dannati in questo secondo cerchio, e come alla qualitá della lor colpa sia conforme il supplicio, il quale l’autore ne dimostra essere lor dato dalla divina giustizia.

Sono adunque dannati in questo cerchio, come assai fu dichiarato leggendo la lettera, i lussuriosi. Intorno al vizio de’ quali è da sapere che la lussuria è vizio naturale, al quale la natura incita ciascuno animale, il quale di maschio e femmina si procrea; e ciò fa la natura avvedutamente, accioché, per l’atto del coito, ciascuno animale generi simile a sé, e cosí si continui la spezie di quello; e, se questa sollecitudine non fosse nella natura [delle cose], assai tosto verrebber meno i generanti, e cosi rimarrebber vacui il cielo, la terra e ’l mare di possessori. È vero che eli’ha in ciascun altro animale, che nell’uomo, posto certo modo, accioché per lo soperchio coito non perissono i maschi, li quali da alcun freno di ragione temperati né raffrenati sono: e questo è non patire le femmine i congiugnimenti de’ maschi loro se non alcuna volta l’anno, e questa non si prolunga in molti di, infra’ quali le femmine si rendono benivole e amorevoli alli loro maschi e loro si concedono; e, questo cotal tempo finito, o come conoscono sé aver conceputo, piú lor dimestichezza non vogliono. Ma negli uomini non pose la natura questa legge, percioché gli conobbe animali razionali, e, per quello, dover conoscere quello e quando e quanto s’appartenesse di fare a dover ben vivere. Ma mai non mi ricorda d’aver letto che appo coloro, li quali mondanamente vivono, alcuno, quello che la ragione vuole in questo atto, osservasse, che una femmina: e questa fu una donna d’Arabia, reina de’