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cose agevolmente insieme col portatore di quegli, e si ancora per erano, lo luogo opera onde stata di tratti Dante. gli avea, E, dolendosi estimò quegli quella essere essere, imper- come fetta rimasa, comeché essi non potessero seco presumere a qual fine fosse il termine suo, fra loro diliberarono di sentire dove Dante fosse, e quello, che trovato avevan, mandargli, accioché, se possibile fosse, a tanto principio desse lo ’mmaginato fine. E, sentendo dopo alcuna investigazione lui essere appresso il marchese Morruello, non a lui, ma al marchese scrissono il loro disiderio, e mandarono li sette canti; gli quali poi che il marchese, uomo assai intendente, ebbe veduti e molto seco lodatigli, gli mostrò a Dante, domandandolo se esso sapea cui opera stati fossero; li quali Dante riconosciuti subito, rispose che sua. Allora il pregò il marchese che gli piacesse di non lasciare senza debito fine si alto principio. — Certo — disse Dante, — io mi credea nella ruina delle mie cose questi con molti altri miei libri avere perduti, e perciò, si per questa credenza e si per la moltitudine dell’altre fatiche per lo mio esilio sopravvenute, del tutto avea l’alta fantasia, sopra quest’opera presa, abbandonata; ma, poiché la fottuna inopinatamente me gli ha ripinti dinanzi, e a voi aggrada, io cercherò di ritornarmi a memoria il primo proposito, e procederò secondo che data mi fia la grazia. — E reassunta, non sanza fatica, dopo alquanto tempo la fantasia lasciata, segui: «Io dico, seguitando, ch’assai prima» ecc.; dove assai manifestamente, chi ben riguarda, può la ricongiunzione dell’opera intermessa conoscere. Ricominciata adunque da Dante la magnifica opera, non forse, secondo che molti estimerebbono, senza piú interromperla la perdusse alla fine, anzi piú volte, secondo che la gravitá de’ casi sopravvegnenti richiedea, quando mesi e quando anni, senza potervi operare alcuna cosa, mise in mezzo; né tanto si potè avacciare, che prima noi sopraggiugnesse la morte, ch’egli tutta publicare la potesse. Egli era suo costume, qualora sei o otto o piú o meno canti fatti n’avea, quegli, prima che alcun altro gli vedesse, donde che egli fosse, mandare a messer Cane della Scala, il quale egli oltre a ogni altro uomo