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vermine non muore, il seguono in giro, a dimostrare che, come nel cerchio non è alcun principio né fine, cosí questa lor fatica non debba giammai avere requie né riposo. E a questo atto gli solletica il vermine della coscienza con due stimoli, con mosconi e con vespe, li quali continuamente li trafiggono. Li quali mosconi e vespe sono da intendere per la memoria di due loro singulari miserie, nelle quali nella loro dolorosa vita presero alcun piacere: le quali furono Luna nel brutto e sporcinoso modo di vivere che tennero, l’altra nell’oziosamente vivere. [E queste si deono intendere, percioché i mosconi sono generati da putredine d’acqua e di terra corrotte, e questi intender si deono la rimembranza della loro fastidiosa vita, la quale ora conoscono e dispiace loro e, dispiacendo, senza prò gli affligge e infesta; si che assai bene dimostrano confarsi in questo la pena con la colpa. Le vespe s’ingenerano dell’interiora dell’asino similmente corrotte, e l’asino essere inerte, ozioso e torpente animale, assai chiaro si conosce per tutti; e però per le punture delle vespe, amarissime, assai bene si dee comprendere, per quelle, il morso doloroso della rimembranza della loro oziositá, dalla quale sono dolorosamente trafitti, come apparir può per lo sangue il quale cade dalle punture.] Il loro sangue essere da puzzolenti vermini raccolto, ha a rammemorare a questi dolenti che il sangue generato dalla digestione de’ cibi, li quali usarono vivendo, non nutricò e sostenne in vita corpi umani, anzi putridi e sozzi vermini: per le quali cose assai bene pare si conformi con la colpa la pena di costoro. E questo basti de’ cattivi aver detto.

Resta a vedere la terza parte, cioè quello che l’autore per 10 fiume e per lo nocchiere e per lo caso, che a lui addivenne, voglia sentire. [E, secondo che io possa comprendere, la sua intenzione è di mostrare come in inferno, oltre al fiume d’Acheronte, si discenda: e questo mostra convenirsi fare passando 11 fiume, il quale in due maniere trapassarsi, qui, sotto assai artificiosa Azione, discrive. Delle quali dice esser la prima per la nave di Caroti, nella quale, come detto è, esso trapassa l’anime di quegli che in peccato mortale morti sono. E però, avanti