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qui avere errato e detto contro a quello articolo che si canta nel Simbolo, cioè: «Et in imam sanclam catholicam etaposlolicam Ecclesiam»; in quanto dice contro a quello che la Chiesa di Dio ha diliberato, cioè questo frate Piero essere santo, ed egli, mostrando di non crederlo, il mette tra’ dannati. Alla quale obiezione è cosí da rispondere: che, quando l’autore entrò in questo cammino, il quale egli discrive, e nel qual dice aver veduta e conosciuta l’ombra di colui che fece per viltá il gran rifiuto, questo san Piero non era ancora canonizzato; percioché, si come apparirá nel vigesimoprimo canto di questo libro, l’autore entrò in questo cammino nel MCCCI, e questo santo uomo fu canonizzato molti anni dopo, cioè al tempo di papa Giovanni vigesimosecondo: e però, infino a quel di che canonizzato fu, fu lecito a ciascuno di crederne quello che piú gli piacesse, si come è di ciascuna cosa che dalla Chiesa diterminata non sia; e per conseguente l’autore non fece contro al predetto articolo, ma farebbe oggi chi credesse quello esser vero. Altri voglion dire questo cotale, di cui l’autore senza nominarlo dice che fece il gran rifiuto, essere stato Esaú, figliuolo d’Isac. 11 quale, essendo primogenito di Isac, come nel Genesi si legge, percioché innanzi a Iacob, con lui ad un parto nascendo, usci dal ventre della madre; ed aspettando a lui, per questa ragione, la benedizione del padre quando a morte venisse, secondo che a quegli tempi s’usava; tornando un di da cacciare, cd avendo grandissimo desiderio di mangiare, trovò Iacob suo fratello avere innanzi una minestra di lenti, le quali la madre gli aveva cotte, e domandogliele: Iacob rispose che non gliele darebbe, se egli non rifiutasse alle ragioni della sua primogenitura e concedessele a lui; per la qual cosa Esaú, tirato dall’appetito del mangiare, rifiutò ogni sua ragione e conccdettela a Iacob. E per questo voglion dire l’autore intender d’Esaú, e lui vuol dire aver fatto il gran rifiuto. La qual cosa né la nego né raffermo. So io bene, secondo che nel Genesi si legge, Esaú fu reo e malizioso e fattivo uomo, e non fu semplice né mentacatto, e fu grande e potente uomo e padre di molte nazioni.