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«Ed io die riguardai», secondo m’avea conceduto Virgilio: e qui discrive la qualitá della loro afflizione, per la quale si amaramente si dolgono: «vidi una insegna, Che girando», cioè in giro andando, «correva», cioè correndo era portata, «tanto ratta», cioè si velocemente, «Che d’ogni posa mi pareva indegna. E dietro le venia», a questa insegna, «si lunga tratta», cioè si gran quantitá, «Di gente», d’anime state di gente, «ch’io non avrei creduto», avanti che io avessi veduto questo, «Che morte tanta n’avesse disfatta», cioè uccisa. E ilice «disfatta», percioché la morte non è altro che la separazione dell’anima dal corpo, la quale per la morte separandosi, resta questa composizione dell’anima e del corpo, le quali insieme fanno l’uomo, essere disfatta; percioché, dopo cotale dipartimento, colui, che prima era uomo, non è poi piú uomo. «Poscia ch’io v’ebbi», guardando, «alcun riconosciuto», il quale non nomina, percioché, se egli il nominasse, qualche fama o infamia gli darebbe (il che sarebbe contro a quello che di sopra ha detto, cioè: «Fama di loro il mondo esser non lassa» ecc.), «Vidi, e conobbi l’ombra di colui, Che fece per viltate il gran rifiuto». Chi costui si fosse, non si sa assai certo; ma, per l’operazione la quale dice da lui fatta, estimali molti lui aver voluto dire di colui il quale noi oggi abbiamo per santo, e chiamiamlo san Piero del Morrone, il quale senza alcun dubbio fece un grandissimo rifiuto, rifiutando il papato. E dicesi lui a questo rifiuto essere in questa maniera pervenuto, che, essendo egli semplice uomo e di buona vita nelle montagne del Morrone in Abruzzo sopra Selmona in atto eremitico, egli fu eletto papa in Perugia, appresso la morte di papa Niccola d’Ascoli; ed, essendo il suo nome Piero, fu chiamato Celestino. La cui semplicitá considerando messer Benedetto Gatano cardinale, uomo avvedutissimo e di grande animo e disideroso del papato, astutamente operando, gl’incominciò a mostrare che esso in pregiudicio dell’anima sua tenea tanto oficio, poiché a ciò sofficiente non si sentia. Alcuni voglion dire ch’esso usò con alcuni suoi segreti servidori, che la notte voci s’udivano nella camera del predetto papa, le quali, quasi d’angeli mandati da