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eirculazioni sopra la terra. E questo vento, come noi il chiamiamo «turbo», Aristotile il chiama «tifone» nella sua Meteora, dove chi vuole può pienamente vedere di questa materia. «Ed io, ch’avea d’orror», cioè di stupore, «la testa cinta», cioè intorniata; e questo dice per lo moto circulare di quel tumulto; «Dissi: — Maestro, che è quel ch’io odo?», che fa questo tumulto, «E che gent’è», questa, «che par nel duol si vinta?», — secondo che le loro voci manifestano. «Ed egli a me». In questa seconda parte della sua divisione dichiara Virgilio all’autore chi sicn costoro de’ quali esso dimanda. «Ed egli», cioè Virgilio, «a me» (supple) rispose: — «Questo misero modo», il quale tu odi e del quale tu se’ stupefatto, «Tengon l’anime triste di coloro, Che visser senza infamia», d’alcuna loro malvagia operazione, percioché, quantunque buone non fossero, erano intorno a si bassa e misera materia, che di se non davano alcuna cagion di parlare, e perciò si può dire che senza infamia vivessero; «e senza lodo», cioè senza fama, percioché, come del loro male adoperare è detto, il simigliarne dir si può se alcun bene adoperavano. Ma da vedere c che gente questa può essere. E, se io estimo bene, questa mi pare quella maniera d’uomini, li quali noi chiamiamo «mentacatti» o vero «dementi», li quali, ancora che abbiano alcun senso umano, per molta umiditá di cerebro hanno si il vigore del cuore spento, che cosa alcuna non ardiscono d’adoperare degna di laude, anzi si stanno freddi e rimessi, ed il piu del tempo oziosi, quantunque talvolta sospinti sieno dal disiderio di dovere alcuna cosa adoperare; di che quello segue che l’autore ne dice, cioè «Che visser senza infamia e senza lodo». «Mischiate sono», queste misere anime, «a quel cattivo coro». «Coro» [si dice propriamente un’adunazion d’uomini, li quali in figura di cerchio sieno congiunti insieme; o «coro» è detto quello luogo nel quale stanno nelle chiese coloro che cantano, il quale ha figura di mezzo cerchio: e qui si potrebbe prendere per ciascuno di questi due significati, percioché, considerato il movimento di questi spiriti, il quale è circulare, come appresso si dimostrerá, si può il loro dir «coro»; e se per altro