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quand’ombra», cioè adombra, e temendo non vuole piú avanti andare. E vuoisi questa lettera cosí ordinare: «la quale molte fiate ingombra l’uomo, come falso vedere fa bestia, quand’ombra, e d’onorata impresa l’arivolve».

Poi séguita: «Da questa téma», la quale tu hai di venire lá dove detto t’ho, «accioché tu ti solve», cioè sciolghi, si che ella non ti tenga piú impedito, «Dirotti perch’ i’ venni, e», dirotti, «quel ch’io intesi, Nel primo punto che di te mi dolve», cioè che io ebbi compassion di te. «Io era tra color che son sospesi», in quanto non sono dernersi nella profonditá dello ’nferno, né nella profonda miseria de’ supplici piú gravi, come sono molti altri dannati; né sono non che in gloria, ma in alcuna speranza di minor pena, che quella la qual sostengono. Poi segue Virgilio: ed essendo quivi, «E donna mi chiamò beata e bella». Dove, per mostrare piú degna colei che il chiamò, le pone tre epiteti: prima dice che era «donna», il qual titolo, come che molte, anzi quasi tutte, oggi usino le femmine, a molte poche si confá degnamente; e dimostrasi per questo la condizione di costei non esser servile. Dice, oltre a questo, che ella era «bella»; e Tesser bella è singular dono della natura, il quale, quantunque nelle mondane donne sia fragile e poco durabile, nondimeno da tutte è maravigliosamente disiderato; senza che egli è pure alcun segno di benivole stelle operatesi nella concezione di quella cotale, che questo dono riceve; e quasi non mai sogliono i superiori corpi questo concedere, ch’egli non sia d’alcuna altra grazia accompagnato: per la qual cosa paiono piú venerabili quelle persone, che hanno bello aspetto, che gli altri. Appresso dice che era «beata», nella qual cosa racchiude tutte quelle cose, le quali debbano potere muovere a’ suoi comandamenti qualunque persona richiesta; peroché chi è beato non è verisimile dovere d’alcuna cosa, se non onestissima, richiedere alcuno; e può chi è beato remunerare; e dé’si credere lui esser grato verso chi a’ suoi piacer si dispone. Le quali cose Virgilio, si come avvedutissimo uomo, conoscendo, dice: ella era «Tal che di comandare i’ la richiesi»; cioè offersimi, come ella mi chiamò,