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Ma potrebbe alcun domandare: in che maniera tocca Domeneddio i peccatori con questa sua grazia? Le maniere son molte, percioché a tanto artefice, quanto Iddio è, non mancò mai modo a quello che egli volesse adoperare. Dice il salmista: «Dixít et facta sunt: mandavit et creata sunt». Esso primieramente alcuna volta con visioni tocca le nienti di coloro che di questa grazia hanno bisogno, si come noi leggiamo di Costantino imperadore, il quale, dormendo, vide san Pietro e san Paolo, e il loro ammaestramento udi, e poi si destò dal corporal sonno e dal mentale, quello segui, e gli errori del paganesimo tutti da sé cacciò. Tocca alcuna volta con aperta visione, come fece san Paolo quando andava a Damasco; e fu di si fatta forza questo toccamento, che esso divenne subitamente, di lupo, agnello e vaso di elezione pieno di Spirito santo. ’Tocca ancora co’ suoi messaggeri, si come fece David, il quale per l’omicidio d’Uria e per l’adulterio commesso in Bersabé, essendosi dal suo piacer partito, mandatogli Nathan profeta, il fece riconoscere; il quale, piangendo, e in quel salmo allora da lui composto, cioè «Miserere mei. Deus», la sua misericordia accomandando, impetrò del commesso perdonanza; e similemente Ezechia re, nunziatagli per comandamento di Dio da Isaia profeta la sua morte, pianse e pregò, e impetrò quindici anni di vita. Tocca ancora con tabulazioni intorno alle cose mondane; perché gli uomini, sentendosi affliggere nella perdita de’ figliuoli e delle possessioni, delle mercatanzie, degli stati e di simili cose, quasi desti dal mortai sonno si ritornano verso Iddio, e ingegnansi d’uscire della via delle tenebre e tornare alla luce. E quantunque saper non possiamo qual si fosse, di queste o forse d’alcuna altra, la maniera con la quale la grazia di Dio toccò l’autore addormentato dal sonno mentale, credesi nondimeno per molti che da tribulazioni fosse tócco; giá avveggendosi in questo tempo, nel quale la presente opera incominciò, di quello che poi quasi a mano a mano gli avvenne, cioè di dover perdere lo stato suo, e di dovere andar in esilio, e di dovere nelle proprie cose ricever danno. Per la qual cosa, da questa grazia operante tócco, cominciò a pensare, e