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chiamava Amaseno, e trovandol per una grandissima piova cresciuto molto, e sé veggendo convenirgli lasciar la fanciulla, se notando il volea trapassare, subitamente prese consiglio d’involgere questa fanciulla in un suvero e legarla alla sua lancia, e quella lanciare di lá dal fiume e poi esso notando passarlo. Per che, legatola e dovendola gittare oltre, umilemente la raccomandò a Diana, a lei botandola, se ella salva gliela facesse dall’altra parte del fiume ritrovare; e lanciatola e poi notando seguitola, e dall’altra parte trovata senza alcuna lesione la figliuola, andatosene con essa in certe selve vicine, allevò questa sua figliuola alle poppe d’una cavalla. Alla quale, come crescendo venne, appiccò una faretra alle spalle, e posele un arco in mano, e insegnolle non filare, ma saettare e gittar le pietre con la rombola, e correr dietro agli animali [e i suoi vestimenti erano di pelli d’animali] salvatichi. Ne’ quali esercizi costei giá divenuta grande fu maravigliosa femmina; e fu in correre di tanta velocitá, che, correndo, ella pareva si lasciasse dietro i venti; e fu si leggiera, che Virgilio, iperbolicamente parlando, dice che ella sarebbe corsa sopra l’onde del mare senza immollarsi le piante de’ piedi. Costei da molti nobili uomini addomandata in matrimonio, mai alcuna cosa non ne volle udire, ma, virginitá servando, si dilettava d’abitar le selve nelle quali era stata allevata e di cacciare. Poi pare che richiamata fosse nel regno paterno; e, ritornatavi, e sentendo la guerra di Turno con Enea, da Turno richiesta, con molti de’ suoi volsci andò in aiuto di lui; dove un di, fieramente contro a’ troiani combattendo, fu fedita d’una saetta nella poppa da uno che avea nome Arruns; della qual fedita essa mori incontanente. «Eurialo, Turno e Niso di ferute». Elídalo e Niso furono due giovani troiani, li quali in Italia aveano seguito Enea. Ed essendo insieme con Ascanio, figliuolo d’Enea, rimasi a guardia del campo d’Enea, il quale era andato a cercare aiuto contro a Turno a certi popoli circunvicini, avvenne che, premendo Turno molto Ascanio, si dispose Ascanio, per téma di non poter sofferire la forza di Turno, di far sentire ad Enea come da assedio era gravemente stretto, accioché di tornare