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capitolo iii 49


Oltre a cotal ragionare l’anima, spesse volte conoscitrice de’ suoi futuri mali, presa da non so che paura, tremava forte, la qual paura piú volte in cotale pensiero si risolvette: «Panfilo ora nella sua cittá, piena di templi eccellentissimi e per molte grandissime feste pomposi, visita quelli li quali senza niuno dubbio trova di donne pieni, le quali sí come ho molte fiate udito, ancora che bellissime siano, di leggiadria e di vaghezza tutte l’altre trapassano, né alcune ne sono con tanti lacciuoli da pigliare animi quanto loro. Deh, chi può essere sí forte guardiano di se medesimo, dove tante cose concorrono, che, posto che egli pure non voglia, egli non sia almeno per forza preso alcuna volta? E io medesima fui per forza presa. E oltre a ciò le cose nuove sogliono piú che l’altre piacere. Adunque è leggier cosa che egli a loro nuovo ed esse a lui, e’ possa ad alcuna piacere, e a lui similmente alcuna piacerne. Oimè! quanto m’era grave cotale immaginare, il quale, che egli non dovesse avvenire, appena poteva da me cacciare, dicendo: «Or come potrebbe Panfilo, che te piú che sé ama, ricevere nel cuore da te occupato un altro amore? Non sai tu qui alcuna essere stata ben degna di lui, la quale con maggior forza che con quella degli occhi s’ingegnò d’entrarvi, né vi potè onde trovare? Certo appena, non essendo egli tuo sí come egli è, trapassando ancora qualunque donne si sono di bellezza e d’arte le dèe, egli che cosí tosto, come tu di’, innamorare si potesse. E oltre a questo, come credi tu che egli la fede a te promessa volesse rompere per alcun’altra? Egli nol farebbe giammai; e similemente nella sua discrezione ti dèi fidare.

«Tu dèi ragionevolmente pensare che egli non è sí poco savio, che egli non conosca che mattamente fa chi lascia quel ch’egli ha, per acquistare quello che non ha; se giá quello che lasciasse non fosse piccolissima cosa per acquistare una grandissima, e di ciò speranza avere infallibile; il che in questo non può avvenire, però che se tu hai il vero udito, tu saresti nel numero delle belle nella sua terra, la quale niuna piú ricca di te ne tiene o gentile; e oltre a