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30 l'elegia di madonna fiammetta


biasimando, che piú nell’animo mi era caro, fra me sovente dicendo: «Niuna è amata come io, né ama giovane degno come io amo, né con tanta festa coglie gli amorosi frutti come colgo io». Io brevemente aveva il mondo per nulla, e con la testa mi parea il cielo toccare, e nulla mancare a me al sommo colmo della beatitudine tenere, reputava, se non solamente in aperto dimostrare la cagione della mia gioia, estimando meco medesima che cosí a ciascuna persona, come a me, dovesse piacere quello che a me piaceva. Ma tu, o vergogna, dall’una parte, e tu, paura, dall’altra, mi riteneste, minacciandomi l’una d’eterna infamia, e l’altra di perdere ciò che nemica fortuna mi tolse poi. Adunque, sí come piacque ad Amore, in cotal guisa piú tempo, senza avere invidia ad alcuna donna, lieta amando vissi, e assai contenta, non pensando che il diletto il quale io allora con ampissimo cuore prendea, fosse radice e pianta nel futuro di miseria, sí come io al presente senza frutto miseramente conosco.