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nota 253


Boccaccio: Virgilio, Ovidio, Stazio, Lucano, Seneca, Cicerone, Livio, Giustino, Valerio Massimo. È citato anche Terenzio (pag. 194), ma è da escludere che il Boccaccio ne conoscesse direttamente le opere1. La frase «Sine Cerere et Bacho friget Venus», deriva da un passo di Cicerone, Nat. deor., 2, 60: «Itaque tum illud quod erat a deo natum nomine ipsius dei nuncupabant, ut cum fruges Cererem appellamus, vinum autem Liberum ex quo illud Terentii: Sine Cerere et Libero friget Venus».

Il testo delle citazioni latine, quale si trova nei due manoscritti, è diffusamente corrotto2: di qui la necessitá di ricostituirlo seguendo il testo di edizioni moderne delle opere latine a cui le citazioni appartengono. Ho lasciato soltanto un pavetque invece di timetque (pag. 199, Met., XIV, 62), e un robore invece di cortice (pag. 209, Met., X, 501). Più ampie giustificazioni di questo e di altri problemi che presenta il testo delle Chiose mi riprometto di darle in un prossimo articolo.

L’Elegia fu composta dal Boccaccio a Firenze, verso il 1343, dopo l’Amorosa Visione, prima del Ninfale Fiesolano3. Non è forse casuale la coincidenza delle Chiose in quest’opera e nel Teseida. Il Boccaccio le doveva ritenere fra le opere più nobili da lui scritte; e in veritá è palese la preoccupazione del genere letterario tanto per il poema quanto per l’Elegia. Nel Teseida, alla fine dell’opera, il Boccaccio dichiara apertamente la sua ambizione:

ma tu, o libro, primo a lor cantare
di Marte fai gli affanni sostenuti,
nel volgar lazio più mai non veduti;

nell’Elegia la dichiarazione manca, ma è sottintesa nel tono che domina in tutta l’opera. Per il titolo si sará ricordato dell’Elegia

  1. Cfr. A. Hortis, Studi sulle opere latine del Boccaccio. Trieste, 1879, p. 392.
  2. La ricerca dei luoghi citati delle varie opere non è stata perciò molto facile. Per alcuni versi ho avuto il valido aiuto dell’amico W. Ferrari che ringrazio vivamente.
  3. L’Amorosa Visione è stata pubblicata in questa Collezione, insieme con le Rime e la Caccia di Diana, a cura di V. Branca; il Ninfale Fiesolano, insieme col Filostrato, a cura di V. Pernicone.