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capitolo i 19


sono tirate. Adunque, o la morte o il giovane disiato resta per sola fine alle mie pene, alle quali tu, piuttosto, se cosí se’ savia come io ti tengo, porgi consiglio e aiuto, il quale minori le faccia, io te ne priego, o tu ti rimani di inasprirle, biasimando quello a che l’anima mia, non potendo altro, con tutte le sue forze è disposta. —

Ella allora sdegnando, e non senza ragione, senza rispondermi, non so che mormorando con seco, me, della camera uscita, lasciò soletta.

Giá s’era, senza piú favellarmi, partita la cara balia, li cui consigli male per me rifiutai, e io, sola rimasa, le sue parole nel sollecito petto fra me volgea; e ancora che abbagliato fosse il mio conoscimento, di frutto le sentiva piene e quasi ciò che assertivamente avea davanti a lei detto di voler pur seguire, pentendomi nella mente mi vacillava, e giá cominciando a pensare di volere lasciare andare le cose meritevolmente dannose, lei voleva richiamare alli miei conforti; ma nuovo e súbito accidente me ne rivolse, però che nella segreta mia camera, non so onde venuta, una bellissima donna s’offerse agli occhi miei, circundata da tanta luce che appena la vista la sostenea. Ma pure stando essa ancora tacita nel mio cospetto, quanto potei per lo lume gli occhi aguzzare tanto li pinsi avanti, infino a tanto che alla mia conoscenza pervenne la bella forma, e vidi lei ignuda, fuori solamente d’un sottilissimo drappo purpureo, il quale, avvegna che in alcune parti il candidissimo corpo coprisse, di quello non altramente toglieva la vista a me mirante, che posta figura sotto chiaro vetro; e la sua testa, li capelli della quale tanto di chiarezza l’oro passavano, quanto l’oro, de’ nostri passa li vie piú biondi, avea coperta d’una ghirlanda di verdi mortine, sotto l’ombra della quale io vidi due occhi di bellezza incomparabile, e vaghi a riguardare oltremodo, rendere mirabile luce, e tanto tutto l’altro viso avea bello quanto quaggiú a quello simile non si truova. Ella non dicea alcuna cosa, anzi o forse contenta ch’io la riguardassi, ovvero me vedendo di riguardarla contenta, a poco a poco tra la fulvida luce di