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224 l'elegia di madonna fiammetta


Signora Dorothea di Gonzaga Marchesana di Bitonto», che è importante trascrivere:

«Essendomi io per fede gran tempo fa senza altra consideratione obbligato a voi illustrissima et excellentissima Signora Dorothea nel vero fermo sostegno d’ogni valore, di corregger la Fiammetta (peso oltre al devere agli homeri miei gravissimo) et non volendo venir meno a voi sola, né a la fede, la quale in me tal luogo possiede che non mai da gli infiniti valori de la nemica fortuna offesa ricevette, né da que’ de l’inevitabil morte ricever la potrebbe, molti giorni sono che conchiusi (che che avenir ne devesse) a gran rischio, et in mano di tutto l’altro mondo, metter l’honor mio sodisfacendo a voi et quella osservando. Veramente di quanto male sono io per soffrirne, doler non mi potrò d’altri che di voi, che cosa a me non convenevole commandaste, e di me, che udita la cosa diffidi molto piú che troppo al commandamento di presente consenti. Ma che deveva io rispondere altro che volentieri, havendolomi commandato chi interamente allhora commandar mi poteva sí come al presente può? Donde altro far non potendo, né volendo, l’opra in lungo tempo, in quel modo che saputo ho migliore, da me posta in effetto, et in fino a qui con tema non picciola rattenuta, hora, senza altrimenti pensarvi, ho fermato al destinato luogho suo liberamente consegnare. Et ove io non possa (essendo per lunghissima distanza mal mio grado col corpo diviso) con la lingua far l’opra, et il venire, dal non potere interdetto veggendomi, e mandandola, sí come ad una vostra pari far conviensi, con l’animo da la vostra servitú non mai lontano reverentemente dico. A due bellissime mani, e divine anzi che no, da un fidelissimo servo, questa leggiadrissima et amorosissima opra si presenta. E di cotal presente altro ristoro non cheggio, che degniate imprima per iscusa mia almeno dir publicamente queste poche parole: Io come quella che commandar li poteva, quel che ha fatto gli ordinai. E poi col vostro ingegno da la natura diligentemente polito e condotto con la sua piú fina lima in quella acutezza che si possa maggiore, scaltritamente sopplire in quello, in che col mio rozzo mancai. Ma che meraviglia è s’io mancai, risarcendo io tutto solo quella Fiammetta, la quale da molti scrittori e stampatori stracciandosi quanto si possa piú, sí sparuta era, che non piú per bellissima, anzi homai (di lei ognun gabbandosi) per bruttissima si giudicava? Hora s’amendue queste dimande da voi veramente dono di Dio per