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EDIZIONI

L’Elegia fu stampata per la prima volta a Padova nel 1472. Un esemplare di questa edizione si trova presso la R. Biblioteca di Parma, segnato col n. 647. Prima del testo del Prologo si legge: «Iohannis Bochacii Viri eloquentissimi ad Flamettam Panphili amatricem libellus materno sermone aeditus: Incipit Prologus artificiosus». In volgare è invece il sommario del primo capitolo: «C. primo in nel quale Fiametta si duole del suo nascimento et chome poi che è nata è stata felice insino che non cognobbe Cupido et come sarebbe stata felice se l’amore fussi stato secundo». Segue il testo del primo capitolo con le suddivisioni in paragrafi come generalmente si trovano nei manoscritti, con un po’ di spazio fra l’uno e l’altro. È probabile che l’autografo del Boccaccio contenesse delle brevi rubriche ad ogni paragrafo, ma la tradizione manoscritta che conosciamo non ce l’ha conservate integre (quelle che si trovano nel codice Riccardiano 1065 e nel Magliab. II, II 22 sono incomplete, e il testo di quelle che ci sono lascia dei dubbi sulla sua genuinitá). In questa edizione, per i primi quindici paragrafi, ci sono delle brevissime indicazioni in latino sul contenuto di ognuno di essi. Per ordine: «Fata iniqua malum portendentia; Somnium infortunatum; Signa futuri mali; Laudes ipsius connumerat; Primum Panphili amorem exponit; Fatetur se ipsius Panphili amore captam; Hic primi amoris infelicitatem diei exponit; Alloquitur mulieres admirative quod tam cito in ignotum arderet; Hic amorem suum celare cogitat; Hic sui corporis cultura et forme superbiam declarat; Hic insolita verba et furiosa loquitur; Hic nutricem suam alloquitur ut sibi consulat; Nutricis ad Flamettam saluberrimum consilium; Aliud consilium multis exemplis coroboratum et responsio falsa». Per tutto il resto dell’opera mancano i sommarii non solo ai paragrafi ma anche ai capitoli; la divisione sussiste tuttavia per lo spazio in bianco.

Alla fine del testo: «M.CCCC.LXXII. Die. XXI. March. Finis Fuit Fiamete.

Bar. Val. Patavus F. F.

 Martinus de septem arboribus Pritenus.»

È molto probabile che la fonte manoscritta di questa edizione fosse giá alquanto alterata formalmente da caratteristiche dialet-