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Quando accettai da Luigi Russo l’incarico per questa edizione dell’Elegia di Madonna Fiammetta1, ero persuaso che un’attenta revisione del testo quale si leggeva nelle piú recenti edizioni, sui manoscritti fiorentini, sarebbe bastata per offrire un nuovo testo certamente ridotto a miglior lezione, ma senza sostanziali novitá. Ma le cose mi si cominciarono a complicare subito quando volli rendermi conto dei criteri con cui G. Gigli aveva fatta l’edizione per la «Bibliotheca Romanica» di Strasburgo. Il Gigli, dopo avere accennato all’edizione Giuntina del 1517 e alla ristampa del 1524, dice: «Il testo di questa veramente pregevole edizione fu poi comunemente seguito nella maggior parte delle posteriori ristampe, da una delle quali abbiamo noi tolto quello che presentiamo ai lettori della Bibliotheca Romanica e le cui varianti con la Giuntina del 1524 abbiamo registrate in nota». È strano che il Gigli non dia l’indicazione precisa dell’edizione di cui egli si serví, ma piú strano ancora è che siano date in nota le varianti di quella edizione dalla quale si afferma che siano derivate la maggior parte delle posteriori ristampe, e fra queste, è da credere, quella scelta dal Gigli. Ma le varianti date in nota dimostrano in modo lampante che le differenze fra il testo della Giuntina del 1524 e quello ristampato dal Gigli, non sono né poche né soltanto formali, e che in molti passi si tratta di periodi completamente diversi. Quale dei due testi è da ritenere originale?

Prima di ricorrere all’edizione del Moutier, yolli vedere il testo pubblicato da P. Fanfani nel 1859 per la collezione «Diamante» del Barbèra. Merita sentire il nuovo editore: «Questa opera, la

  1. Questo è il titolo dato concordemente dalla tradizione manoscritta. Il titolo di Fiammetta apparve per la prima volta nell’edizione veneziana del 1491, e da allora fu ripetuto nelle edizioni successive.