Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/214

208 l'elegia di madonna fiammetta


[Febea]: Cioè la luna con li raggi del suo fratello, cioè del Sole; e però dice Febea che fu sorella di Febo.

[Almena]: fu moglie di Anfitrione il quale essendo andato a studio e dovendo tornare, essa per meglio piacere al suo marito si adornò nobilissimamente; e cosí fece Fiammetta quando le fu detto che il suo Panfilo tornava.

[Icaro ]. Fu figliuolo di Dedalo; come fu detto dinanzi, uscendo del Laberinto per magisterio d’ale, cioè volando, volendo volare troppo alto, cadde in mare e annegò, e da poi fu chiamato dal suo nome il mare Icaro. Onde dice Ovidio:

Tabuerant cerae: nudos quatit ille lacertos
Remigioque carens non ullas percipit auras,
Oraque caerulea patrium clamanti a nomen
Excipiuntur aqua, quae nomen traxit ab ilio.

[Met., VIII, 227-230.]


Al capitolo ottavo.

[la figliuola d’Inaco]: ebbe nome Io, come fu detto dinanzi, della quale s’innamorò Giove. Copertala da una nube ebbe a fare con essa e trasmutolla in vacca la quale, contro sua voglia donò a Giunone sua moglie, ed essa la diede in guardia ad Argo suo pastore che aveva cento occhi; il quale Argo fu poi ammazzato da Mercurio. Laonde la detta Giunone cacciò questa vacca perfino in Egitto ove ritornata in pristina forma, divenne moglie di Osiri re d’Egitto.

[Biblis]. Come fu detto dinanzi, fu sorella di Cauno del quale ella s’innamorò; ma non potendo avere a fare con esso per disperazione s’impiccò, e per miserazione dell’iddii fu trasmutata in fonte, come piú chiaro fu detto dinanzi.