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chiuose 205


[o gli Abidei]. Abido fu un’isola abitata, ed essendo assediata da Filippo re di Macedonia fecero il simile come li sopradetti Saguntini.

[li velenosi sughi etc.]: cioè che Fiammetta si diliberò di attossiccarsi come fece Annibale e Socrate filosofo; il quale Annibale, secondo pone il detto Tito Livio, partendosi d’Italia ove era stato diciassette anni inimichevolmente con li Romani per andare a soccorrere la cittá di Cartagine la quale Scipione Africano maggiore osteggiava per lo popolo di Roma, esso Annibale fu sconfitto, laonde la detta Cartagine fu vinta per li Romani: per la qual cosa Annibale si fuggí al re di Prusia suo amico credendo essere da lui aiutato e favoreggiato. E conoscendo dopo molte cose la gran sua gloria e fama essere trasmutata in infelicissima disavventura, avvelenò se medesimo con uno anello il quale portava in dito, su la pietra del quale avea fatto porre il veleno.

[Filis]. Questa, come pone Ovidio nella seconda Epistola, ricevette in casa sua Demofonte e subito lei s’innamorò del detto Demofonte ed ebbe a fare con lui ed esso la sposò per sua donna e poi si partí da lei con promessione di tornare a lei come a sua sposa, il quale mai non tornò etc.

[e tu, o Mercurio]. Questo fu figliuolo di Maia figliuola di Atalante, e fu figliuolo di Giove e messaggiere degl’iddii come pone Ovidio nel secondo libro ove dice: «Pleionesque nepos ego sum, qui iussa per auras | Verba patris porto; pater est mihi Iupiter ipse».

Questo Mercurio s’innamorò d’una giovine figlia d’uno centauro la quale ebbe nome Erse e fu bellissima quanto a quel tempo si trovasse; e perché dormia nel mezzo di due sue sorelle che l’una ebbe nome Pandroso e l’altra Aglauros, esso non vedendo modo di poter aver a fare con la detta Erse appalesossi alla detta Aglauros ed essa gli promise che consentiria che esso Mercurio dormisse con Erse. Ma mossa