Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/21


capitolo i 15


contare, sí perché troppo sarebbe lungo, e sí perché credo che voi, sí come me innamorate, conosciate quante e quali sieno quelle che a ciascuna avvengono posta in cotal caso.

Era il giovane avvedutissimo, sí come piú volte esperienza rendè testimonio. Egli rade volte e onestissimamente venendo colá dove io era, quasi quel medesimo avesse proposto che io, cioè di celare in tutto l’amorose fiamme, con occhio cautissimo mi mirava. Certo, s’io negassi che, quando ciò mi avveniva che io il vedessi, amore, quantunque fosse in me si possente che piú non potea alcuna cosa quasi l’anima ampliando per forza crescesse, io negherei il vero. Egli allora in me le fiamme accese facea piú vive, e non so quali spente, se alcuna ve n’era, accendeva; ma in questo non era sí lieto il principio, che la fine non rimanesse piú trista, qualora della vista di quello rimanea privata; perciò che gli occhi, della loro allegrezza privati, davano al cuore noiosa cagione di dolersi, di che i sospiri, in quantitá e in qualitá diventavano maggiori, e il disio, quasi ogni mio sentimento occupando, mi toglieva di me medesima, e quasi non fossi dov’era, feci piú volte maravigliare chi mi vide, dando poi a cotali accidenti cagioni infinite, da amore medesimo insegnate. E oltre a questo, sovente la notturna quiete e il continuo cibo togliendomi, alcuna volta ad atti piú furiosi che súbiti, e a parole mi moveano inusitate.

Ecco che li cresciuti ornamenti, gli accesi sospiri, li nuovi atti, li furiosi movimenti, la perduta quiete, e l’altre cose in me per lo nuovo amore venute, tra gli altri domestici familiari a maravigliarsi mossero una mia balia, d’anni antica e di senno non giovane, la quale, giá seco conoscendo le triste fiamme, mostrando di non conoscerle, piú fiate mi riprese de’ nuovi modi. Ma pure un giorno me trovando sopra il mio letto malinconosa giacere, vedendo di pensieri carica la mia fronte, poi che d’ogni altra compagnia ci vide libere, cosí cominciò a parlare:

— O figliuola a me come me medesima cara, quali sollecitudini da poco tempo in qua ti stimolano? Tu niuna ora