Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/207


chiuose 201


[e ancora il mísero Issione]. Questo è posto nello ’nferno su in una rota e ha questa pena: che sempre si volta e mai non ha fine. Onde dice Ovidio:

Volvitur Ixion et se sequiturque fugitque.

[Met., IV, 461.]

[le figliuole di Danao] perché uccisero li loro mariti e consobrini sono poste nello ’nferno con questa pena: che debbono vuotare uno gran fiume con li corbelli, e però non hanno mai posa. Onde dice Ovidio:

Molirique suis letum patruelibus ausae
Adsiduae repetunt, quas perdant, Belides undas.

[Met., IV, 463 - 64.]

[Giasone si partí di Lemnos]. A dichiarazione di questo è da sapere quello che pone Stazio nel quinto libro del Tebaidos, cioè che Isifile fu figliuola di re Toante dell’isola di Lemnos il quale andando per acquistare certi popoli a lui inimici e stando mollo tempo a ciò fare, le donne spregiavano il sacrificio di Venere dea della lussuria; e di ciò essa corrucciandosi verso di loro, quando ritornarono, avuta ch’ebbero la vittoria, alla detta isola di Lemnos, volendo la detta Venere vendicarsi di loro, mise una puzza di bocca tra loro donne, per la qual cosa essi le fuggiano come cose putride. Onde esse donne corrucciatesi diliberaro d’ammazzare tutti li loro mariti e ogni altro uomo. Alla quale diliberazione fu richiesta questa Isifile e promise ammazzare il detto Toante suo padre. La qual cosa non fe’ ma per pietá lo salvò, fatta a lui palese la detta diliberazione. Laonde le dette donne avendo ammazzati tutti li loro uomini e credendo che la detta Isifile avesse ammazzato il padre, fecero lei loro regina, reggendosi loro senza volere uomo. In questo tempo andando Giasone per acquistare il vello d’oro arrivò al porto della