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chiuose 183


carono a uno arbore; lo quale ritrovato da pastori fu nutricato da Polibo re di Foci, e venendo a etá virile, scontrandosi sventuratamente nel detto re Laio suo padre, l’uccise, e come piacque alla fortuna prese per moglie la detta Giocasta sua madre, della quale prima che la riconoscesse ebbe quattro figliuoli, due maschi e due femine: delli quali l’uno ebbe nome Etiocle, l’altro Pollinice; delle femine l’una Ismene, l’altra Antigone. Dopo li quali avuti figliuoli riconoscendo Edippo come avea morto il detto suo padre e avea per moglie la detta sua madre, considerata l’abominevole iniquitá in che esso stava con la madre, e lo padre ch’avea morto, per disperazione s’accecò. Da poi li detti suoi figliuoli vennero a divisione del regno tebano, s’uccisero insieme etc. Della qual morte contra d’essi esclama Stazio nel libro XI dove dice:

Ite truces animae funestaque Tartara leto
Polluite, et cunctas Rrebi consumite poenas!
Vosque malis hominum, Stygiae, iam parcite, divae:
Omnibus in terris scelus hoc omnisque sub aevo
Viderit una dies, monstrumque infame futuris
Excidat, et soli memorent haec proelia reges.

[Theb., XI, 574 579]

[le figliuole di Danao]. Danao ebbe cinquanta figliuole femine, ed ebbe un fratello il quale ebbe nome Egisto ch’ebbe cinquanta figliuoli maschi, li quali presero per loro spose le dette cinquanta loro consobrine; alle quali Danao comandò che ciascuna dovesse la prima notte ammazzare lo suo marito, e questo fe’ acciò che rimanesse senza erede per tutto lo reame [e lo reame] rimanesse a lui. E cosí fecero tutte eccetto una la quale ebbe nome Ipermestra che fu maritata col fratello minore ch’ebbe nome Lino, che non l’ammazzò. Sí che di cinquanta ne campò uno solo etc. Il detto Danao fu figliuolo di Belo.

[Narciso]: fu figlio d’una ninfa chiamata Liriope e il padre ebbe nome Cefiso, e volendo sapere che fortuna dovea