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178 l'elegia di madonna fiammetta


reti a modo d’uccelli. Onde il detto Vulcano avendoli cosí presi, per vituperarli bene, mentre stavano cosí presi nelle reti, chiamò tutti gli altri dii che venissero a vedere, e cosí ivi vennero.

[trisulche ]: dice «trisulche» però che sono tre le generazioni di saette, cioè: una fende, l’altra arde, e l’altra scaccia.

[nella morte d’Adone]. Adone fu figliuolo di Mirra che fu figliuola di Cinara di cui essa s’innamorò, e fraudolentemente usò col suo padre; dalli quali fu ingenerato Adone il quale fu gran cacciatore, e di esso s’innamorò Venere dea della lussuria, lo quale fu morto cacciando da uno cignale. Essa Venere correndo a lui per aiutarlo, non potette, ma fe’ gran pianto sopra il suo corpo e lo fe’ trasmutare in fiore; e questo pone Ovidio nella fine del decimo libro Metamorfoseos.

[la pelle del gran leone]. Ercule andò per comandamento di Giunone sua matrigna che gli dimandò ogni cosa monstruosa del mondo, alla selva Nemea dove era un leone che divorava ogni persona che passava ivi, il quale leone con gran fatica ammazzò e scorticollo, e per segno di vittoria portò per sopravesta sempre la pelle del detto leone.

[il grande Anteo]. Ercule ancora per comandamento di Giunone fu mandato in Libia dove combatteo col forte Anteo gigante, il quale ogni fiata che toccava la terra se li raddoppiava la forza; ma pure con gran fatica l’ammazzò.

[lo ’nfernale cane]: cioè Cerbero il quale stava nella porta della entrata dello ’nferno con tre teste, e quando Ercule andò allo ’nferno per compagnia di Teseo il quale andò per tôrre Proserpina, secondo che pone Seneca in la prima tragedia, alla ritornata per forza menò legato il detto Cerbero cane infernale.