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176 | l'elegia di madonna fiammetta |
voler governare li carri del sole, il quale Febo gli fece e lui li seppe mal governare, per la qual cosa morí.
[Leucotoe]. fu una giovine figlia di Orcamo re di Achimenia e d’Eurimene, e di lei s’innamorò Febo, e non vedendo modo di potere aver a fare con essa, si trasformò nella forma della detta Eurimene sua madre, e cosí ebbe a fare con essa.
[e per altre molte]: cioè che Febo s’innamorò di molte altre che qui non fa menzione: né di Circe, né di Clitie la quale il detto Febo convertí in mirasole. Onde dice Ovidio:
Vertitur ad Solem mutataque servat amorem.
[ Met., IV, 270.]
[pastore innamorato guardò gli armenti]. Febo s’innamorò della figlia d’Ameto re di Tessaglia, e volendo seguitare il suo amore si trasformò in forma d’uno pastore e posesi a guardare l’armento del detto Ameto, e per questo modo lui ebbe a fare con lei.
[in forma di candido uccello]. Giove s’innamorò di Leda, e non potendo avere a fare con lei si trasformò in forma d’un cigno; e andando la detta Leda per la riva del mare, Giove in forma di cigno le si gittò in grembo ed ebbe a far con lei, e nacque Castore e Polluce ed Elena, la quale tolse Paris etc.
[altra volta divenuto giovenco ]. Giove ancora s’innamorò di Europa figliuola di re Agenore e sorella di Cadmo e di Fenice con la quale non potendo avere a fare, stando la detta Europa in uno prato a cogliere fiori, lui si trasformò in giovenco e faccendo atti piacevoli ad essa li quali molto le piacquero; e per umiltá del detto giovenco li montò addosso da pie’, e lui subito la portò via e passò il mare e andò a Creti ed ebbe a fare con lei.