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146 l'elegia di madonna fiammetta


amante, e come perfidamente ho dannate le sue dimoranze, e follemente ho creduto a chi lui essere d’altra donna che mio m’ha detto alcuna volta! Maladette siano le loro bugie! O Iddio, come possono gli uomini con cosí aperto viso mentire? Ma certo dalla mia parte ciascuna di queste cose era da fare con piú pensato consiglio che io non faceva. Io doveva contrappesare la fede del mio amante tante volte a me promessa, e con tante lagrime e cosí affettuosamente, e l’amore il quale egli mi portava e porta, con le parole di coloro li quali senza alcuno saramento e non curantisi d’avere piú investigato, di quello che essi parlavano, che solamente il loro primo e superficiale parere; il che assai manifestamente appare: l’uno veggendo entrare una novella sposa nella casa di Panfilo, però che altro giovane di lui in quella non conosceva, non considerando alla biasimevole lascivia de’ vecchi, sua la credette, e cosí ne disse, a che assai appare lui poco di noi curarsi; l’altro, però che forse alcuna volta o riguardarlo, o motteggiarlo il vide ad alcuna bella donna, la quale per avventura era o sua parente o onestamente dimestica, sua la credette, e cosí con semplici parole affermandolo, gliele credetti. Oh se io avessi queste cose debitamente considerate, quante lagrime, quanti sospiri, e quanto dolore sarebbe da me stato lontano!

Ma qual cosa possono gl’innamorati dirittamente fare? Come gli émpiti vengono, cosí si muovono le nostre menti. Gli amanti credono ogni cosa, però che amore è cosa sollecita e piena di paura. Essi, per usanza continua, sempre s’adattano gli accidenti nocivi, e, molto disideranti, ogni cosa credono possibile ad essere contraria a’ loro disii, e alle seconde prestano lenta fede. Ma io sono da essere scusata, però che io pregai sempre gl’iddíi che me de’ miei disii facessero mentitrice. Ecco che le mie preghiere sono state udite: egli ancora non saprá queste cose, le quali se pure le sapesse, che altro se ne potrá per lui dire, se non «ferventemente m’amava costei»? E’ gli dovrá essere caro sapere le mie angoscie, e li córsi pericoli, però che essi gli fiano verissimo