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144 l'elegia di madonna fiammetta


Finita l’orazione, non altramente che falcone uscito di cappello, plaudendomi, cosí a dire cominciai:

— O amorosi petti, lungamente da’ mali indeboliti, omai ponete giú le sollecite cure, poscia che ’l caro amante di noi ricordantesi torna come promise. Fuggasi il dolore, la paura e la grave vergogna nell’affiitte cose abbondante, né come per addietro la fortuna v’abbia guidati vi venga in pensiero, anzi cacciate via le nebbie de’ crudeli fati, e ogni sembiante del misero tempo da voi si parta, e torni il lieto viso al presente bene, e la vecchia Fiammetta della rinnovata anima del tutto si spogli fuori. —

Mentre che io cotali parole lieta fra me dicea, il cuore divenne dubbio, e non so onde né come tutta m’occupasse una súbita tiepidezza, che indietro tirò la volontá presta a rallegrarsi; per che quasi smarrita rimasi nel mezzo del mio parlare. Oimè! che questo vizio propriamente li miseri sèguita, cioè il non potere mai credere alle cose liete; e avvegna che la felice fortuna ritorni, non pertanto agli afflitti incresce di rallegrarsi, e quasi sognare credendosi, quella come non fosse usano mollemente; per che io fra me quasi come attonita cominciai:

«Chi mi richiama o vieta dalla cominciata allegrezza? Non torna egli il mio Panfilo? Certo sí: dunque chi mi comanda di piangere? Da niuna parte m’è ora giunta di tristizia cagione; ora adunque chi mi vieta d’adornarmi di nuovi fiori e delle ricche robe? Oimè! che io non so, e pur vietato m’è, né so da chi».

E cosí stando, quasi in me non fossi, intra li miei errori, non volendo io, da’ miei occhi caddero lagrime, e in mezzo le voci mie venne l’usato pianto; e cosí il lungamente afflitto petto ancora amava gli assuefatti lagrimari. La mente mia, quasi del futuro indovina, col pianto, di ciò che avvenire doveva mandò fuori aperti segni, per li quali io ora veramente conosco allora a’ navicanti grandissima tempesta essere apparecchiata, quando senza vento enfiano li mari tranquilli; ma pure, vaga di vincere quello che l’anima non voleva, dissi: