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134 l'elegia di madonna fiammetta


Poi con voci ancora maggiori gridava:

— O giovani, venite, occupate la pazza donna, e ritenete li suoi furori. —

Il suo romore era nulla, e molto meno il grave corso. A me parea che fossero ali cresciute, e piú veloce che alcuna aura correva alla mia morte. Ma li non pensati casi, si a’ buoni come a’ rei proponimenti opponentisi, furono cagione che io sia viva, però che li miei panni lunghissimi, e al mio intendimento nemici, non potendo con la loro lunghezza raffrenare il mio corso, ad uno forcuto legno, mentre io correva, non so come, s’avvilupparono, e la mia impetuosa fuga fermarono, né per tirare che io facessi, di sé parte alcuna lasciarono; per che, mentre io tentava di riaverli, la grave balia mi sopraggiunse, alla quale io con viso tinto mi ricorda che io dissi con alto grido:

— O misera vecchia, fuggi di qui, se la vita t’è cara! Tu ti credi aiutarmi, e offendimi; lasciami usare il mortale ufício ora a ciò disposta con somma voglia; però che niuna altra cosa fa chi colui di morire impedisce che disidera di morire, se non che egli l’uccide: tu di me diventi micidiale, credendomi tôrre dalla morte, e come nemica tenti di prolungare i danni miei.—

La lingua gridava, e il cuore ardeva d’ira, e le mani per la fretta credendosi sviluppare, avviluppavano; né prima a me occorse il rimedio dello spogliarmi, che sopraggiunta dalla gridante balia, come ella potea cosí da lei era impedita; ma la sua forza in me giá sviluppata niente valeva, se le giovani serve al colei grido da ogni parte non fossero córse, e me avessero ritenuta, delle mani delle quali piú volte con guizzi diversi e con forze maggiori mi credetti ritrarre, ma, vinta da loro, stanchissima fui nella camera, la quale mai piú vedere non credeva, menata. Oimè! quante volte loro dissi con piagnevole voce:

— O vilissime serve, quale ardire è questo, che vi concede che la vostra donna da voi violentemente sia presa? Qual furia, o misere, v’ha spirate? E tu, o iniqua nutrice del