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capitolo vi 119


dove giá pervenuti s’avveggono, perduta, e ritornare sicuri, che piú avanti andando mettersi a rischio di guadagnare la morte. Segui adunque tu, mentre che tu puoi, cotale esemplo, e piú ora temperata che tu non suoli, metti la ragione innanzi alla volontá, e te medesima saviamente cava de’ pericoli e dell’angoscie, nelle quali mattamente ti se’ lasciata trascorrere. La fortuna a te benivola, se con sano occhio riguarderai, non t’ha rinchiusa la via di dietro, né occupata si che bene discernendo ancora le tue pedate, non possi per quelle tornare lá onde tu ti movesti, ed essere quella Fiammetta che tu ti solevi. La tua fama è intera, né da alcuna cosa da te stata fatta è nelle menti delle genti commaculata, la quale essendo corrotta, a molte giovani fu giá cagione di cadere nell’infima parte de’ mali. Non volere piú procedere, acciò che tu non guasti quello che la fortuna t’ha riserbato: confòrtati, e teco medesima pensa di non avere veduto mai Panfilo, o che ’l tuo marito sia desso. La fantasia s’adatta ad ogni cosa, e le buone immaginazioni sostengono leggiermente d’essere trattate. Sola questa via ti può rendere lieta; la qual cosa tu déi sommamente disiderare, se cotanto l’angoscie t’offendono, quanto gli atti e le tue parole dimostrano. —

Queste parole, o somiglianti, non una volta ma molte, senza rispondervi alcuna cosa, ascoltai io con grave animo, e avvegna che io oltremodo turbata fossi, nondimeno vere le conosceva; ma la materia mal disposta ancora, senza alcuna utilitá le riceveva; anzi, ora in una parte e ora in un’altra voltandomi, avvenne alcuna volta che, da impetuosa ira commossa, non guardandomi dalla presenza della mia balia, con voce oltre alla donnesca gravezza rabbiosa, e con pianto oltre ad ogni altro grandissimo cosí dissi:

«O Tesifone, infernale furia, o Megera, o Aletto, stimolataci delle dolenti anime, dirizzate li feroci crini, e le paurose idre con ira accendete a nuovi spaventamenti, e veloci nell’iniqua camera entrate della malvagia donna, e ne’ suoi congiugnimenti con l’involato amante accendete le misere facelline, e quelle intorno al dilicato letto portate in segno di