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100 l'elegia di madonna fiammetta


mentre sta eccelso, mai non è senza paura, e quello medesimo coltello, che arma il lato suo, teme.

«Oh quanto buona cosa è a niuno risistere, e sopra la terra giacendo, pigliare li cibi securo! Rade volte, o non mai, entrano li peccati grandissimi nelle picciole case. Alla prima etá niuna sollecitudine d’oro fu, né niuna sacrata pietra fu arbitra a dividere i campi alli primi popoli. Essi con ardita nave non secavano il mare; solamente ciascuno si conoscea li liti suoi, né li forti steccati, né li profondi fossi, né radissime mura con molte torri cignevano i lati delle cittá loro, né le crudeli armi erano acconce né trattate da’ cavalieri, né era alcuno edificio che con grave pietra rompesse le serrate porte; e se forse tra loro era alcuna picciola guerra, la mano ignuda combatteva, e li rozzi rami degli alberi e le pietre si convertivano in armi. Né ancora era la sottile e lieve asta di cornio armata di ferro nell’aguto spuntone, né la tagliente spada cigneva lato alcuno, né la comante cresta ornava i lucenti elmi; e quello che piú e meglio era a costoro, era Cupido non essere ancora nato, per la qual cosa li casti petti, poi da lui pennuto e per lo mondo volante stimolati, potevano vivere sicuri.

«Deh, or m’avesse Iddio donata a cotal mondo, la gente del quale, di poco contenta e di niente temente, sola salvatica libidine conosceva! E se niuno di cotanti beni quanti essi possedevano non me ne fosse seguito, altro che non aver cosí affannoso amore e cotanti sospiri sentito, come io sento, si sarei io da dire piú felice che quale io sono ne’ presenti secoli pieni di tante delizie, di tanti ornamenti e di cotante feste. Oimè! che l’empio furore del guadagnare, e la strabocchevole ira, e quelle menti, le quali la molesta libidine di sé accese, ruppono li primi patti cosí santi, cosí agevoli a sostenere, dati dalla natura alle sue genti. Venne la sete del signoreggiare, peccato pieno di sangue, e il minore diventò preda del maggiore, e le forze si diedero per leggi; venne Sardanapallo35, il quale Venere, ancora che dissoluta da Semiramis fosse fatta, primieramente la fe’ dilicata, dando a Cerere