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DISCORSO SECONDO 4I
Non diremo lo stesso delle armi, mentre le scienze naturali ed esatte erano nell’infanzia anche nelle colte nazioni dell’antichitá, e le opere stesse di Aristotele e di Plinio dimostrano insieme e la superioritá degli uomini e lo stato poco soddisfacente delle scienze naturali. Epperò i moderni hanno una indeterminata superioritá a questo riguardo; ma bisogna osservare che non è solo alla scoperta della polvere che si dee attribuire tal differenza, che essa poteva farsi anche nell’antichitá, ma questa scoperta stessa non ha dato tutti i suoi risultamenti se non quando il progresso di tutte le scienze esatte e naturali l’ha secondata nel suo crescere e nel suo perfezionarsi. In effetti ci sono popoli selvaggi e popoli barbari che conoscono e si servono dell’armi da fuoco, ma non perciò posseggono la scienza militare. E se fosse vero che i chinesi, come alcuni pretendono, avessero preceduto gli europei nella scoperta della polvere, ne risulterebbe una pruova piú chiara di quanto asserimmo.
Gli ordini come dipendenti dalle armi hanno dovuto risentirsi, siccome facemmo osservare, dello stato delle scienze che loro servono di base. Ma gli antichi possedevano le scienze esatte ch’erano necessarie per servire di principi alla tattica, ed in effetto ingegnosi e matematicamente ragionati erano tutti i movimenti della falange e della legione. Tutto ciò però che dipendeva dalle scienze geodetiche, geografiche ed astronomiche non avea base larga; per cui la parte trascendente della guerra presso gli antichi era piú nell’istinto degli uomini grandi che nello stato della scienza.
Tale a noi sembra il potere che ha avuto lo stato delle scienze sui militari ordinamenti degli antichi. Ci resta ora a considerare fino a qual punto si fatto stato dell’arte militare abbia influito sulle fasi dell’ istoria dell’antichitá e sulla sorte dell’umana specie.
Noi abbiamo indicato nel precedente discorso l’influenza che esercitò la resistenza della Grecia alla Persia, coronato dal buon successo nella guerra contro i medi a prò della civiltá della specie umana. Nessuno disconviene dell’immensa spinta che diedero allo spirito umano le conquiste di Alessandro, la conoscenza