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DISCORSO II

Delle differenze tra la scienza militare degli antichi e quella de’ moderni.

Avendo nel primo nostro discorso dichiarato i legami che ha la scienza militare con le altre tutte, mostreremo ora in questo le differenze di essa scienza tra’ vari popoli in tempi diversi. E perché la piú chiara ed esatta distinzione si è quella fra antichi e moderni, cosi riserbando ad altro luogo il parlar d’altre cose attinenti all’arte della guerra, terremo qui ragionamento dei caratteri particolari i quali separano le usanze guerriere degli antichi da quelle de’ popoli moderni, e dimostreremo come tali differenze risultino dallo stato civile e dalla istruzione scientifica delle nazioni.

Non v’ha dubbio che presso le genti barbare non v’ ha scienza bellica, ma si veramente solo ci ha in quella vece l’istinto della guerra. Di strattagemmi componesi, per cosi dire, la guerra, la quale è soggetta ad un certo calcolo. Per esserci dunque una scienza bisogna che lo stato delle societá sia tale che nelle loro leggi e nella loro coltura intellettuale ci sia qualche cosa di comune. La scienza militare in tal caso seguirá questa tendenza e salirá veramente a quel grado che se le conviene. Dopo le quali premesse ci occorre questa prima quistione: fino a qual punto la scienza militare ottenne ne’ prischi tempi il carattere di generalitá che hanno le scienze tutte?

L’antichitá presentava nel suo complesso popoli costituiti in una gradazione diversa della scala sociale. Leggi teocratiche ed una civiltá stazionaria regnavano nelle vaste e misteriose contrade dell’ Egitto e delle Indie. Misto di leggi militari e teocratiche era il reggimento della monarchia persiana. Le coste