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Alcune osservazioni del maggiore Cianciulli intorno ai progressi dell’arte della guerra ai di nostri, in occasione di un articolo del barone maggiore Ferrari da Parma, inserito nel fascicolo settimo del giornale: // progresso delle scienze, delle lettere e delle arti.

Il maggiore barone Ferrari in un articolo pieno di militare erudizione e di chiara esposizione ha impreso a dimostrare, contro il divisamento di molti, che le scienze belliche poco o nulla abbiano vantaggiato nelle ultime guerre (^).

Il merito di questo colto scrittore dimostra a quant’ altezza gí* ingegni italiani facilmente salirebbero nelle guerriere discipline, se l’angustia degli spazi in che sono rinchiusi non ne arrestasse i concepimenti e le applicazioni.

Nondimeno non interamente convinto che sterili per l’arte siano stati i sudori per ventidue anni sparsi da uomini di alto ingegno e di fama chiarissima, alcune osservazioni andrò sponendo, atte a mio avviso a difendere l’etá nostra dalla grave accusa contro di lei profferita. Dirò al certo meno di ciò che merita l’argomento, ma dirò quanto comportano le mie forze ed i limiti trai quali sono ristretto.

Che le scienze esatte, e quelle pure e quelle applicate, sieno il fondamento della scienza militare è un fatto del quale non si muove dubbio ai nostri tempi in Europa. Si tiene del pari universalmente per dimostrato che la scienza della guerra sia intimamente legata con la pubblica economia, con la politica, con le scienze fisiche, naturali e morali. Dimodoché il capitano.

(i) La tesi del signor Ferrari è sposta in tal termini : — « Per la qualitá dei tempi i quali corsero dai primi rivolgimenti di Francia fino a qui, ripieni sempre di opere e di fazioni militari, tiensi comunemente che di tutte le scienze ed arti quelle singolarmente si vantaggiassero che alla milizia riguardano, e queste crescessero a nuovo e straordinario avanzamento; ciò che per altro non è... ».